Liuni giubilato

Dicono che… la battuta più efficace sentita da quelle parti è che Matteo Salvini “ha finalmente liberato davvero la Basilicata”. Non quando ha sconfitto il centrosinistra alle elezioni regionali dello scorso anno, ma piuttosto ora che ha sollevato il deputato novarese Marzio Liuni dall’incarico di commissario del partito in terra lucana. Più d’uno, tra i militanti, ha tirato un sospiro di sollievo dopo le tensioni, sfociate talvolta in veri e propri duelli da saloon, con il “giardiniere” Liuni, cui mai è stata riconosciuta alcuna autorevolezza dalla base e dai dirigenti del posto. Dalle polemiche per la formazione delle liste alle regionali, fino a quella “sfrenata esultanza” per le parole, giudicate da molti offensive, che Umberto Bossi ha rivolto ai meridionali nel suo intervento durante l’ultimo congresso leghista: sono solo alcuni dei passaggi di un rapporto difficile che rischiava di far allontanare anche alcuni degli attivisti della prima ora. Insomma, diciamo che il feeling tra Liuni e i lucani non è mai scoppiato, di qui la decisione del Capitano di giubilarlo e sostituirlo col senatore pugliese Roberto Marti.

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