ECONOMIA DOMESTICA

Piemonte in stagnazione, nel 2019 Pil su dello 0,3%

È la stima del nuovo superindice elaborato da Unioncamere che consente di monitorare trimestralmente l'economia regionale. Esportazioni e auto fanno da zavorra, ma rispetto al livello nazionale c'è ancora il segno positivo

Nel 2019 il Pil piemontese è cresciuto dello 0,27 per cento e nell’ultimo trimestre dell’anno si è registrato un incremento lievissimo dello 0,2 a fronte di una contrazione dello 0,3 per cento a livello nazionale. Insomma, in un diffuso stato di stagnazione, il Piemonte per il momento “ha mostrato una certa resilienza” pur non riuscendo a confermare la buona performance del 2018 (+2,7%). Un crollo della crescita dovuto in gran parte “alle difficoltà dell’export, che invece nel 2018 aveva trascinato l’economia piemontese” spiega Beppe Russo.

È lui a illustrare il nuovo superindice in grado di anticipare l’andamento dell’economia regionale, elaborato assieme alle camere di commercio piemontesi e in particolare al Comitato Torino Finanza. Se tutti gli stati infatti sono in grado di calcolare trimestralmente l’andamento del proprio prodotto interno lordo, le regioni arrivano a oltre un anno di distanza. “In questo senso un imprenditore è solo e noi proviamo a offrirgli uno strumento in tempo reale che possa aiutarlo a prendere delle decisioni riguardo alle strategie da adottare” spiega il presidente di Unioncamere Piemonte Vincenzo Ilotte.

Il Piemonte è la prima regione a dotarsi del PillNow, un superindice inedito in Italia che d’ora in poi sarà in grado di fornire, trimestralmente, l’andamento economico della regione. Uno strumento creato utilizzando tre variabili strettamente correlate al pil, ma disponibili in tempo reale: le esportazioni, i movimenti dei veicoli pesanti e lo shopping. Tutte. All’interno del calcolatore finiscono anche le ricerche su google dei cittadini, attraverso il sistema Google Trend. Una discreta mole di dati che dopo essere stata digerita produce un risultato in grado di “catturare il 70 per cento della varianza del Pil” conclude Russo.

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