Lavoro: Nosiglia, stupito da indifferenza e silenzio

"A volte rimango stupito dall'indifferenza, dal silenzio imbarazzato di tanti a fronte di gravi situazioni di crisi occupazionale, quasi che le difficoltà degli uni poco importino alla città in quanto tale ma siano considerati fatti parziali, che riguardano i territori coinvolti". A dirlo l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, che dal palco della 48 ore contro la crisi organizzata dai sindacati metalmeccanici, ha anche lanciato un monito alla classe dirigente "che deve assumersi le proprie responsabilità: solo così è classe dirigente". "Vedo inoltre grande smarrimento e senso di impotenza - ha proseguito mons. Nosiglia -, si accetta passivamente il dispiegarsi dei fenomeni economici a cui assistiamo come se fosse un naturale svolgimento. Sembra che l'intervento umano e di chi ha responsabilità di governo sia ininfluente. La realtà sociale ed economica e' oggi molto complessa e articolata", ha evidenziato l'arcivescovo secondo cui "proprio per queste ragioni non dobbiamo perdere la sensazione di poter governare responsabilmente la società".

Rivolto agli operai in piazza Castello, monsignor Nosiglia ha sottolineato: "oggi il mondo del lavoro è profondamente cambiato", "bisogna essere aperti e pronti al cambiamento, ma ciò non significa - ha aggiunto - rinunciare a vivere le condizioni di lavoro con quella umanità e dignità che è propria di ogni persona". Per l'arcivescovo di Torino "per affrontare i cambiamenti è necessario che ogni organizzazione intermedia, ogni corpo della società e soprattutto le istituzioni pubbliche si sobbarchino la responsabilità di accompagnare le persone e organizzazioni nelle transizioni perché chi viene lasciato solo di fronte ai mutamenti rischia di rimanere escluso dalla società. A tutti rivolgo un appello - ha concluso mons. Nosiglia - camminare insieme per disegnare il futuro di Torino, del lavoro e delle persone. Si tratta di un compito a cui non ci si può sottrarre".

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