POTERE & POLTRONE

Camera di Commercio, via libera "condizionato" a Gallina

Intesa quasi raggiunta sul successore di Ilotte. I "piccoli" disponibili a sostenere il presidente uscente dell'Unione industriale a patto che siano scelti da loro i due nomi per la Compagnia di San Paolo. E che al termine del mandato vi sia il passaggio del testimone

Il niet su una riconferma di Vincenzo Ilotte alla presidenza della Camera di Commercio di Torino da parte dei cosiddetti “piccoli” - ovvero Api, Confesercenti, Cna e Ascom in questa disfida alleati con la Coldiretti – resta, irremovibile e indiscutibile. Tuttavia, dallo stesso fronte, mentre Ilotte si avvia all’uscita per dedicarsi con maggior tempo ed energie all’azienda di famiglia, la fonderia 2A, si profila un’intesa su Dario Gallina. Un via libera condizionato, però. Il blocco delle associazioni è disponibile a supportare il presidente uscente dell’Unione Industriale di Torino con una serie di vincoli. Due i principali, che si conoscono. Il primo: quella che si terrà il prossimo 2 marzo sarà l’ultima elezione in cui al vertice della Camera di Commercio salirà un esponente del mondo confindustriale, poi si dovrà cambiare registro (e timoniere). Il secondo: i due consiglieri in seno alla Compagnia di San Paolo di espressione camerale dovranno essere indicati da loro, i “piccoli”.

Il boccone appare non poco indigesto: non solo, e già basterebbe, si interromperebbe una lunga tradizione per la designazione del presidente della Camera di Commercio, ma con il vincolo posto sulla scelta per la fondazione si vedrebbe sbarrata la strada a Licia Mattioli nel caso che l’imprenditrice in corsa per la successione a Vincenzo Boccia in Confindustria intendesse rimanere in corso Vittorio, dove è attualmente vicepresidente. O, perlomeno, non potrebbe più contare sull’organismo oggi guidato da Ilotte per restarci.

Va, infatti ricordato, che nella scorsa tornata di nomine, da Palazzo Birago per la fondazione presieduta da Francesco Profumo arrivò proprio il nome di Mattioli, insieme a quello di Daniele Vaccarino della Cna, poi con l’ingresso della signora dei gioielli nel comitato di gestione al suo posto in consiglio generale subentrò Fabrizio Cellino, ex presidente dell’Api. Entrambi non sono più rinominabili, avendo compiuto due mandati.

Una complicazione nel risiko cui si aggiunge un ulteriore elemento, ovvero la necessità di parità di genere nella coppia di consiglieri indicati dalla Camera di Commercio. Anche se, stando a rumors delle ultime ore, questo nodo potrebbe essere sciolto visto che il presidente di Cna Nicola Scarlatelli e il suo omologo di Confesercenti Giancarlo Banchieri hanno fatto sapere di avere pronto il nome di una docente universitaria, una figura di prestigio ed esterna alle associazioni. L’altro papabile cui si attribuiscono buone chance nel raccogliere i consensi necessari è il presidente di Api Corrado Alberto che, proprio in virtù di una figura femminile in serbo da parte delle altre due associazioni, avrebbe la strada spianata. Uno schema che avrebbe raccolto il gradimento di Ascom, già “accontentata” lo scorso maggio con la nomina nel cda della Fondazione Crt della loro leader Maria Luisa Coppa.

Insomma, se per la composizione del futuro consiglio della Camera di Commercio i nomi dei 25 membri sono già arrivati dalle categorie e dalle organizzazioni con una lieve maggioranza per il fronte industriale anche se, con qualche variabile, i due fronti sembrano equivalersi, resta da vedere se il disco verde dato dai “piccoli” a Gallina sarà accettato, incassando le condizioni. La trattativa è, ovviamente, ancora aperta e a discutere per conto di via Fanti è, in questo caso, anche il diretto interessato alla presidenza della Camera di Commercio per i prossimi cinque anni. Un ruolo importante, anche se l’attuale numero uno degli industriali torinese pare avesse come obiettivo primario quello di essere nominato in Compagnia e sostituire Mattioli alla vicepresidenza.

Schemi e aspirazioni ormai saltati in un gioco dove l’inattesa mossa del fronte opposto a quello industriale con il veto da parte dei piccoli sulla riconferma dell’attuale presidente della Camera di Commercio ha scompaginato tutto, con un effetto domino anche su Unioncamere Piemonte. Ilotte la presiede dal novembre del 2018, ma quel ruolo lo dovrà lasciare nel momento in cui scadrà il suo mandato a Palazzo Birago, aprendo anticipatamente un’altra partita.