Libri, divieto di sconto illiberale

La nuova legge sui libri ha imposto che il prezzo dei libri non possa essere scontato del più del 5%, abbassando il precedente limite del 15%, ciò con lo scopo dichiarato di favorire le piccole librerie. Tale legge introducendo una limitazione alla libertà di azione di un individuo non può che essere valutata negativamente dal punto di vista liberale. A volte può sembrare che il liberalismo in senso classico, si occupi principalmente di efficienza economica, ma ciò non corrisponde al vero, rappresentando un equivoco: l’obiettivo è garantire il maggior grado di libertà per l’individuo, ma dalla maggior libertà discende una maggiore ricchezza prodotta e una maggiore efficienza economica, perché un individuo libero agisce in maniera migliore.

Anche solo da questo punto di vista la legge è da condannare, perché introduce una limitazione alla libertà individuale. L’obiettivo della legge è ridurre le vendite online per spostarle su quelle delle librerie fisiche. Siamo consci dell’importanza dei piccoli negozi e sappiamo bene che una città senza negozi è una città morta, ma è proprio sicuro che sia solo il commercio online la causa della chiusura di tanti esercizi commerciali? Non potrebbe essere che una tassazione e una burocrazia eccessiva minano le basi economiche del piccolo commercio? Non dimentichiamo la recente introduzione dello scontrino elettronico nei piccoli esercizi commerciali, comprese le librerie, che ha comportato un esborso non indifferente agli imprenditori del commercio per dotarsi dell’apposito macchinario. Perché non agire su questo fronte per aiutare le librerie e in più in generale i piccoli esercizi commerciali? Una semplificazione burocratica e una riduzione fiscale credo che avrebbero una maggiore utilità nella sopravvivenza delle librerie e in generale dei piccoli esercizi commerciali.

Il limite di sconto è valido anche per le piccole librerie che in questo modo si trovano con uno strumento di marketing in meno. Una cosa che sfugge al legislatore e alla categoria dei librai che ha promosso la legge è che lo sconto è solo uno dei fattori che spinge ad acquistare online. Un esempio banale. Molte aziende permettono ai propri dipendenti di farsi arrivare dei pacchi in portineria e molti ne approfittano perché non c’è nessuno a casa per poter ritirare un pacco. È facile per un impiegato davanti al computer cercare e acquistare un prodotto e farselo arrivare in portineria e non credo che un simile acquisto sia solo dettato da una questione di prezzo. Un impiegato pendolare si trova nei fatti a poter fare acquisti recandosi fisicamente in un negozio solo nei fine settimana e ciò spiega il successo dei centri commerciali. Non credo che chi acquista libri online tornerà a comprare in libreria solo perché non ci sono più sconti. Chi si fa arrivare i pacchi nella portineria dell’azienda in cui lavora, andrà a comprare in libreria anche se non ci sono più gli sconti online?

Anche la grande distribuzione ha perso quote di mercato rispetto alle vendite online nonostante, data la potenza economica, non avesse problemi a fare degli sconti o promozioni. Il problema delle librerie non è certamente negli sconti. Una libreria di Torino per esempio offre la consegna a domicilio in città ai propri clienti, cercando di trovare un servizio aggiuntivo per vincere la concorrenza dei venditori online. Bisogna notare che la merce libro è comunque di una certa complessità e anche prima dell’era Internet esistevano le vendite per corrispondenza che non sono altro che le antesignane dell’online. Perché si comprava per corrispondenza? Per lo stesso motivo per cui adesso si compra online: perché non tutti i libri si trovano in libreria e spesso bisogna ordinarli. Se si cerca l’ultimo successo lo si può trovare facilmente in quasi in tutte le librerie, ma se si cerca qualcosa di specifico o si va in una libreria specializzata o si deve ordinare e a quel punto perché non farlo online?

Un’assurdità della legge approvata è che ha come scopo dichiarato di favorire la lettura: aumentare i prezzi dei libri non sembra andare in tale direzione.

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