POLITICA & SANITA'

"Il Piemonte non è un focolaio, commissariare chi ha sottovalutato"

Cirio risponde per le rime al premier Conte: "Uscita infelice, è il Governo a non aver affrontato con la dovuta attenzione la vicenda". I casi rimangono tre, la bambina di Cumiana è risultata negativa

Cosa dirò al premier Giuseppe Conte? “Dirò che il commissariamento non sta da nessuna parte. Qui forse bisognerebbe commissariare qualcun altro che ha sottovalutato questa problematica e il coronavirus in Italia” afferma Alberto Cirio ad Agorà su Rai Tre, alla domanda su cosa dirà oggi al primo ministro nella riunione prevista in mattinata dopo che Palazzo Chigi ha ipotizzato la possibilità di commissariare alcune regioni per meglio coordinare le azioni di contenimento del virus. “Ognuno faccia il suo lavoro – ha aggiunto Cirio – il presidente del Consiglio difenda i confini nazionali, noi ci occupiamo della salute. A me della polemica politica non interessa”.

“La competenza delle Regioni è quella della salute e questa è una emergenza sanitaria. Difendiamo le nostre prerogative e il diritto di tutelare i nostri cittadini perché questo è un nostro dovere ma anche un nostro diritto” ha aggiunto Cirio. Poi la conclusione: “Il Piemonte è una regione di 4 milioni e mezzo di abitanti e tre casi positivi. Il quarto, una bambina, era in dubbio ed è risultata negativa. Sono casi che arrivano dalla Lombardia, uno dalla Cina. Non siamo un focolaio”.

“Se il coordinamento tra i sistemi sanitari regionali non funziona siamo pronti a levare competenze ai governatori” aveva detto ieri il premier. Secondo Conte la diffusione del virus è stata causata da “un ospedale” che non ha seguito il protocollo. “Sono ingiustificate azioni autonome” da parte dei governatori, aveva già detto Conte in serata arrivando nella sede della Protezione civile: “Non è possibile che tutte le regioni vadano in ordine sparso perché le misure rischiano di risultare dannose”. Se il coordinamento tra i sistemi sanitari nazionali non riuscisse a contenere il Coronavirus, il governo “è pronto a misure che contraggono le prerogative dei governatori”.

Frasi che hanno provocato l’immediata reazione del presidente lombardo Attilio Fontana il quale ha bollato le parole di Conte come “irricevibili e, per certi versi, offensive”. “Parole in libertà – aggiunge Fontana in una nota – che mi auguro siano dettate dalla stanchezza e dalla tensione di questa emergenza. Domani (oggi, ndr) riferirò al presidente Conte che la Lombardia sta dimostrando di essere all'altezza della situazione e sta gestendo con competenza ciò che sta accadendo”.

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