EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus, 43 piemontesi positivi

Sono tutti riconducibili al focolaio lombardo. Cirio: "Servono linee chiare". Atteso per domattina il decreto con cui il premier indicherà i passi per un eventuale progressivo ritorno alla normalità dopo le restrizioni. Lunedì mattina l'incontro con le categorie produttive

Sono 43 i contagiati da Coronavirus in Piemonte, tutti riconducibili al focolaio lombardo. “Alle 15 positività che avevamo già registrato – spiega l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi – si aggiungono una ventina di astigiani che si trovavano nell’albergo di Alassio e che ora stanno tornando a casa, più altre quattro persone dimesse dal San Martino di Genova, che sono rientrate nelle loro abitazioni, dove staranno sotto sorveglianza attiva. Tutti questi casi – ha aggiunto – sono riconducibili al focolaio lombardo quindi non si prevede la creazione di una zona rossa”. Tutte le nuove positività devono però ancora passare al vaglio dell’Istituto Superiore di Sanità per essere convalidate. Dei 43 casi probabili di contagio presenti sul territorio piemontese, informa la Regione, solo uno è la momento confermato dall’Istituto superiore di sanità. Sono 35 ad Asti, tre a Torino, tre a Novara e due nel Vco. Resta immutato il numero dei ricoverati: uno a Torino, presso l’Amedeo di Savoia, tre al Cardinal Massaia di Asti e tre al Maggiore della Carità di Novara. Nessuno in terapia intensiva.

Sarà il premier Giuseppe Conte, domani mattina, a firmare il decreto con il quale indicherà le misure di contenimento a seconda delle aree più o meno colpite dal virus. C’è attesa soprattutto sulla possibile riapertura delle scuole: una prima ipotesi prevedeva che gli alunni potessero tornare tra i banchi mercoledì dopo aver consentito al personale di sanificare le aule tra lunedì e martedì, ora non si esclude, però, l’ipotesi che gli allievi possano tornare tra i banchi già lunedì, anticipando quel ritorno alla normalità più volte invocato. C’è attesa anche per la riapertura dei musei e dei luoghi della cultura.

“Dipendiamo da una decisione che verrà assunta a livello nazionale, questa è una crisi che supera i confini regionali ma la gente deve riuscire a organizzare la propria vita, sapere ad esempio se le scuole riapriranno”, ha affermato il presidente della Regione Alberto Cirio, dopo l’ennesimo incontro con le varie istituzioni territoriali (il prefetto Claudio Palomba e la sindaca di Torino, Chiara Appendino) in attesa che domani da Roma arrivi il decreto con le misure. “Servono linee guida chiare per fronteggiare il virus – ha aggiunto il governatore – la sensazione è che si vada verso soluzioni differenziate per Lombardia e Veneto e le altre regioni coinvolte".

Oggi il ministero della Salute Roberto Speranza ha riunito il Consiglio superiore della Sanità da cui ha ricevuto le linee guida cui uniformarsi per mettere in atto tutte le misure necessarie al contenimento dell’epidemia. Intanto è stato convocato, per lunedì mattina in Regione un incontro con le categorie produttive per istituire una cabina di regia sulle criticità provocate dalla situazione.

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