Grillino di complemento

Dicono che… nei gruppi parlamentari del Pd, anche tra i fautori dell’alleanza “strutturale” con il M5s, stia montando l’insofferenza verso le intemperanze dei grillini. L’ultima crisi di nervi è avvenuta giovedì scorso alla Camera, quando la dichiarazione di voto sul decreto di intercettazioni pronunciata dalla pentastellata Elisa Scutellà si è trasformata in una requisitoria da pm contro la corruzione nei partiti: tutti, non risparmiando il partner di governo che, anzi, è stato oggetto di strali piuttosto velenosi. Schiuma di rabbia tra i banchi dem con un Piero Fassino visibilmente contrariato e un Enrico Borghi a scongiurare il peggio. Al termine di una convulsa serata, come riferiscono le cronache parlamentari del Foglio, nei capannelli dei deputati piddini a finire sul banco degli imputati sono stati quei colleghi giudicati eccessivamente accondiscendenti, quando non addirittura remissivi ai Cinquestelle. Come il torinese sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis, accusato di essere “troppo incline a condividere le loro istanze forcaiole”.

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