EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus, privati in campo

"Piena disponibilità" della sanità convenzionata piemontese a collaborare con le proprie strutture "per contrastare il propagarsi del virus e prestare le cure più efficaci ai nostri cittadini". Lettera alla Regione del presidente di Aiop Perla

La sanità privata è “pronta a mettere a disposizione del sistema regionale le proprie strutture” per l’emergenza coronavirus in Piemonte. “Fateci sapere come possiamo essere di aiuto, noi ci siamo”, questo in sintesi il senso della lettera inviata da Giancarlo Perla, presidente regionale di Aiop, l’associazione che raggruppa la gran parte dell’ospedalità privata, all’assessore alla Sanità Luigi Icardi e al direttore regionale Fabio Aimar.

Il messaggio arriva proprio mentre il Piemonte sta per individuare, come annunciato da Icardi, due “Covid Hospital”, ovvero due strutture ospedaliere “totalmente dedicate all’emergenza, con l’obiettivo di preservare gli ospedali di maggior specializzazione per le esigenze di tutta la popolazione, mantenendo posti per emergenze ordinarie ed interventi di elezione”. Attualmente in due ospedali, quello di Cuneo e quello di Vercelli, ci sono già disponibili terapie intensive dedicate al coronavirus, ma gli attuali oltre 200 posti letto di rianimazione su tutto il territorio regionale potrebbero andare sotto stress nel caso di un’impennata dei contagi. E comunque, pur augurandosi ciò non accada, è questa un’eventualità da mettere in conto, anche guardando quel che sta accadendo in altre regioni, soprattutto in Lombardia.

Le necessità potrebbero non limitarsi alle rianimazioni, ma coinvolgere a cascata anche altri reparti, così come ormai è acclarata la necessità di rinforzi per quanto riguarda il personale medico e infermieristico. A contribuire a dare la misura dell’emergenza e dei possibili scenari ci sono, tra l’altro, quell’ottantina di strutture militari, alcune dei quali anche in Piemonte, che la Difesa ha messo a disposizione della Protezione Civile per un totale di circa 6.500 posti per eventuali quarantene di massa. Ma è proprio sul sistema ospedaliero che si concentrano attenzioni e preoccupazioni in considerazione di un possibile aumento di casi. Per ora il Piemonte regge bene, ma si continua a prepararsi nell’eventualità la situazione assuma dimensioni decisamente più pesanti. È stata annunciata la spesa di 2 milioni di euro per l'acquisto di postazioni per la ventilazione mentre proseguono i contatti con le Scuole nazionali di Anestesia e Medicina di urgenza e di emergenza per il rapido reclutamento degli specializzandi che possono essere utilizzati negli ospedali.

In questo quadro si inserisce la piena collaborazione offerta dai privati “al fine di fornire un fattivo contributo per fronteggiare l'attuale momento critico e collaborare con il centro di crisi regionale ponendo in atto tutte quelle azioni che saranno ritenute utili ed efficaci per contrastare il propagarsi del virus e prestare le cure più efficaci ai nostri cittadini”.

In Piemonte le cliniche dei gruppi privati aderenti all’Aiop, che già operano in regime di accreditamento con il sistema sanitario, contano non meno di 3.500 posti letto e alcune decine di terapie intensive presenti in alcune delle strutture. “Siamo pronti a mettere in rete le nostre strutture per decongestionare gli ospedali pubblici e gestire pazienti anche gravi nei nostri posti letto di rianimazione, di acuzie e anche di post-acuzie in caso di malati cronici”, spiega Perla. “Per il ruolo che hanno nella Sanità regionale e per la loro diffusione sul territorio, i centri privati, di qualsiasi natura, ricevono quotidianamente pazienti potenzialmente critici, spesso proprio inviati per accertamenti volti a chiarire le patologie in atto – scrive l’Aiop all’assessore –. Per questo, non sfugge quanto il tema sia rilevante, per la salute pubblica, per la prevenzione primaria e secondaria, per la sicurezza sui luoghi di lavoro delle nostre realtà”.

Ribadendo la “piena disponibilità” per concorrere ad affrontare l’emergenza, facendo fronte comune con la sanità pubblica, i privati propongono alla Regione di “individuare comportamenti univoci e coordinati, passando da contatti singoli e contingenti ad un confronto istituzionale strutturato a livello di Unità di Crisi”. Probabile che dell'aiuto che la sanità privata è pronta a fornire, in assessorato e nella sala operativa che coordina gli interventi, si parli in termini concreti già nelle prossime ore.

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