EMERGENZA SANITARIA

Massima allerta a Palazzo Lascaris

Banali raffreddori stagionali e, soprattutto, un paio di casi di polmonite fanno crescere la preoccupazione tra i consiglieri regionali. Termo scanner e commissioni in aula: le contromisure per impedire al contagio di varcare il portone di via Alfieri

Gli umanissimi e non ingiustificati timori del contagio, amplificabili anche solo da un colpo di tosse o uno starnuto, non si fermano certo sulla soglia di Palazzo Lascaris. E se il Parlamento vedrà ridotta a una sola seduta settimanale l’attività in aula di deputati e senatori, anche per il parlamentino piemontese si profila una serie di cambiamenti indotti dal coronavirus e dalle misure previste per cercare di arginarne la diffusione.

“No, per adesso, se non ci sono emergenze reali, non è prevista nessuna chiusura”. Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale, esclude “per adesso” ogni ipotesi di blocco totale dei lavori, anche se non poco cambierà in via Alfieri. E qualcosa di evidente è già cambiato. L’ultima seduta si è svolta senza pubblico e giornalisti, con un solo assistente per gruppo. A dare l’idea di come, naturalmente, anche tra i consiglieri serpeggi quel che se non è paura è pur sempre qualcosa che le assomiglia molto ci sono assenze nei corridoi e negli uffici ben superiori alla media. Certo sarà anche il doveroso rispetto delle regole che devono valere per tutti, ma il fatto che le ultime riunioni di tre commissioni si siano tenute non nella sede abituale, bensì nell’assai più ampia aula del consiglio dove è possibile stare ben oltre il metro di distanza l’uno dall’altro è un’ulteriore immagine della politica regionale al tempo del coronavirus.

Questi giorni raccontano di un capogruppo che preferisce gestire i suoi al telefono, di un allarme poi rientrato per un paio di colleghi febbricitanti e di altre assenze che tradiscono la scelta di restare un po’ alla larga dal Palazzo, che non si sa mai. Gli stessi malanni di stagione che hanno colpito qualche consigliere hanno fatto alzare il livello di preoccupazione. Inoltre, tre casi in pochi mesi di polmonite hanno ulteriormente accresciuto i timori. Tanto che qualcuno, come accade fuori di lì, avrebbe pure immaginato uno screening di massa con tamponi per tutti. Cosa non possibile e non prevista se non di fronte a sospetti che ad oggi non sussistono.

Arriverà, però il termometro. Non quello metaforico che ha sempre misurato la temperatura tra maggioranza e minoranza. “Da lunedì installeremo un termo scanner per rilevare eventuale febbre, ma non sarà obbligatorio sottoporvisi perché, come presidente, non posso imporre queste misure”, spiega Allasia.

Il leghista al vertice del Consiglio osserva anche come “un problema che sta molto a cuore è quello del personale, tant’è che siamo in costante contatto con l’Unità di Crisi per avere indicazioni, così come chiederemo ulteriori delucidazioni sull’interpretazione del decreto del Governo. Nell’eventualità, che mi auguro non debba verificarsi, di chiudere il Palazzo questa sarebbe comunque una decisione in capo all’Unità di Crisi, non certo della presidenza del consiglio regionale”.

Avanti con juicio, insomma. La prossima seduta del Consiglio, martedì, sarà come l’ultima senza pubblico e senza stampa, affidandosi allo streaming, ma anche a una certa rapidità dei lavori per l’approvazione del Def. Questione più rilevante quella dell’approvazione del bilancio. “Con il presidente Alberto Cirio e i capigruppo abbiamo trovato un accordo per velocizzare la discussione e arrivare presto all’approvazione, evitando anche di avere per la prossima settimana la prima commissione convocata mattina e pomeriggio tutti i giorni”. E proprio sul bilancio, rivisto e adeguato per assegnare le risorse all’emergenza, arriva dal Pd la disponibilità per accelerare al massimo l’approvazione. “Poi vedremo l’evolversi della situazione. Non dimentichiamo che quando ci riferiamo al consiglio non parliamo solo dei politici, ma anche dei dipendenti”, sottolinea Allasia. Pronto, se non interverranno emergenze più gravi, a snellire ulteriormente l’agenda dei lavori a Palazzo Lascaris. Dove il timore del virus è quel che di più bypartisan ci possa essere.

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