ECONOMIA DOMESTICA

Industria in terapia intensiva

Per il sesto trimestre consecutivo il dato della produzione manifatturiera è negativo. Nel 2019 la contrazione è dello 0,5%. E ora c'è da fare i conti anche con il Coronavirus. L'indagine di Unioncamere

È profondo rosso per l’industria piemontese. Prima ancora che il Coronavirus arrivasse in Italia con tutti i suoi effetti devastanti, non solo sulla salute delle persone ma anche sul tessuto economico e produttivo, la produzione industriale era già ai minimi storici. Anche il quarto trimestre 2019, infatti, si è chiuso con una contrazione dello 0,4% , il calo medio per l’intero 2019 è stato pari a mezzo punto percentuale. Si tratta di una flessione non pesante, ma significativa se si considera che si tratta del primo dato annuo negativo dal 2013. A livello trimestrale è il sesto risultato negativo consecutivo, frutto del preoccupante trend dei mezzi di trasporto, del comparto dei metalli e del tessile e abbigliamento. Il comparto alimentare prosegue, invece, nella sua fase di crescita (+3,1%).

“Le imprese piemontesi soffrono da tempo e purtroppo, anche a causa del Covid-19, gli effetti negativi sull’economia e sullo sviluppo dei nostri territori non potranno migliorare nel breve periodo. Saranno necessari anche interventi di sostegno al credito” commenta il vicepresidente vicario di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello, facendo eco al numero uno dell’Amma Giorgio Marsiaj che ha chiesto pubblicamente un “patto tra imprese e banche”. I dati emersi sono emersi dalla 193ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” di Unioncamere Piemonte.

Già il 2018 aveva visto, nella seconda parte dell’anno, un rallentamento dei ritmi produttivi. Il 2019 ha confermato la tendenza al ribasso del sistema industriale regionale. Tutti e quattro i trimestri hanno registrato, infatti, variazioni tendenziali al di sotto dello zero, seppur d’intensità non elevate. Al -0,4% del I trimestre dell’anno hanno fatto seguito le flessioni del -0,8% e -0,2% del II e del III trimestre. Con il -0,4% dell’ultimo trimestre, il dato annua si attesta sul -0,5%.

Il calo della produzione industriale si associa a un andamento opposto evidenziato dal mercato interno e da quello estero. Se infatti gli ordinati interni registrano una crescita (+1,3%), quelli esteri subiscono una flessione dello 0,6%. Il fatturato totale risulta stabile (+0,2%), la componente estera evidenzia un calo pesante (-1,8%).

A livello settoriale si riscontra un andamento eterogeneo in termini di produzione industriale.Il comparto alimentare, che mostrava un trend incoraggiante anche nei trimestri precedenti, prosegue nella sua fase di crescita (+3,1%). Positivi anche i dati del comparto meccanico (+4,1%) e delle industrie elettriche e elettroniche (+0,6%). Stazionaria la produzione della chimica/plastica (+0,1%) e delle industrie del legno e del mobile (-0,2%). Subiscono, invece, una flessione della produzione le industrie tessili e dell’abbigliamento (-2,5%) e le industrie dei metalli (-2,6%). Il calo più importante appartiene ancora una volta al settore dei mezzi di trasporto (-7,0 %).Focalizzando l’attenzione su questo settore, attore principali della contrazione produttiva manifatturiera regionale, si rileva come la performance negativa del IV trimestre 2019 risulti il frutto di una contrazione sostenuta della produzione di autoveicoli (-9,8%) e di componentistica autoveicolare (-8,7%), mentre appare stabile il comparto dell’aerospazio (+0,1%).

L’analisi della dinamica della produzione industriale per classe di addetti evidenzia come, nel IV trimestre 2019, a fronte di una sostanziale stazionarietà produttiva evidenziata dalle micro (-0,1%) e dalle piccole imprese (-0,3%), mostrino un dato meno incoraggiante le imprese di medie (50-249 addetti) e grandi dimensioni (oltre 250 addetti) che registrano rispettivamente un calo dello 0,9% e 2%.

A livello territoriale, il Piemonte del Nord ha segnato dinamiche meno incoraggianti. Biella ha subito una flessione produttiva del 4,0%, Novara dello 0,2%, Vercelli e Verbania rispettivamente dello 0,9% e 0,5%.Il capoluogo regionale si è assestato su una variazione della produzione del -0,7% rispetto all’analogo periodo del 2018. Il Piemonte del sud ha segnato risultati migliori. A fronte di una stabilità produttiva dell’astigiano (-0,1%), si sono registrate crescite sia ad Alessandria (+0,8%) che a Cuneo (+1,7%).

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