EMERGENZA SANITARIA

L'inganno dei numeri in Piemonte, "fare più test per scovare il Covid"

E' la regione con il più alto tasso di mortalità (il 7% dei contagiati). Ma è solo il frutto di una gestione dei tamponi fin troppo parsimoniosa. Crosetto striglia l'amico Cirio: "Bisogna trovare e isolare gli asintomatici e collaborare con i sindaci". Oggi nuova impennata

Delle 2.187 persone positive al Coronavirus, certificate oggi in Piemonte, secondo i dati forniti dalla Protezione civile, 1.780 risultano ricoverate in ospedale con sintomi e 227 necessitano della terapia intensiva. Dunque sui piemontesi, nel 91% dei casi, il virus ha provocato febbre alta e gravi difficoltà respiratorie al punto da necessitare il ricovero, o in reparto o in rianimazione. Letto con questi numeri il Covid-19 è molto più di un’epidemia, appare piuttosto una calamità in grado potenzialmente di decimare la popolazione mondiale. Non è tutto: il Piemonte ha anche il più alto tasso di decessi, 154 su 2.341 casi totali con un tasso di mortalità del 6,5%. In Veneto, invece, i morti sono stati “solo” 94 su 3.214 casi positivi con una percentuale inferiore al 3%. Sarà l’aria? La miracolosa sanità veneta? Non è così.

La differenza, come sta emergendo in queste ore, è che nelle altre regioni ci si sta attrezzando con tamponi a tappeto così da isolare subito anche gli asintomatici ed evitare che questi possano scorazzare in giro finché non si manifestano i primi sintomi. In Piemonte il tampone viene effettuato solo per certificare la malattia nel momento in cui i sintomi sono palesi, secondo una interpretazione restrittiva delle direttive nazionali. E infatti mentre in Veneto sono già stati effettuati più di 40mila test, e il governatore Luca Zaia intende incrementarne ulteriormente l’utilizzo, in Piemonte siamo appena a 7.516. Poco più di un sesto. All’inizio la sensazione è quella di avere meno contagi, ma solo perché non si vanno a scovare gli asintomatici che quindi non finiscono nelle statistiche ma ci sono e infettano le persone con cui entrano in contatto. Poi arrivano i morti a decine, anzi centinaia, e la finzione viene allo scoperto. Nelle ultime ore si sono moltiplicate le richieste rivolte al governatore Alberto Cirio di incrementare i test attraverso la tracciatura dei contatti avuti nei giorni precedenti dai casi conclamati. Basti pensare che oggi il Piemonte ha in isolamento solo 180 persone, il Veneto invece 2.112. Vuol dire che gli asintomatici piemontesi non sono stati individuati e isolati. Untori a piede libero. 

Qui la tabella aggiornata al 18 marzo

Cirio ha annunciato che nei prossimi giorni effettuerà 55mila tamponi su tutto il personale sanitario regionale, medici e infermieri. “Meglio tardi che mai” dice Guido Crosetto dalla sua “quarantena” di Marene, piccolo centro di 3mila anime nel Cuneese, in cui i positivi sono una ventina. “In questi giorni mi chiamava disperata la sindaca per dirmi che sapeva di avere dei ricoverati tra i suoi concittadini ma nessuno le diceva quanti fossero e di chi si trattasse”. E questo, secondo Crosetto, 56 anni co-fondatore di Fratelli d’Italia, ex sottosegretario alla Difesa nell’ultimo governo Berlusconi, è un altro grande limite della gestione dell’emergenza in Piemonte: “Non c’è stato il coinvolgimento dei sindaci a cui fino a pochi giorni fa nessuno comunicava la situazione nel proprio territorio. Serve un’organizzazione burocratica che trasferisca le informazioni”. Se non un attacco certamente un avviso, quello di Crosetto all’“amico” Alberto Cirio, con cui condivide le origini della provincia Granda. “Diciamo che ho visto un po’ di difficoltà a partire”. Racconta un aneddoto: “Ho mandato un sms con un’imbeccata su un nuovo test che garantisce risultati in meno di quattro ore a lui e a un suo collega di un’altra regione”, racconta Crosetto. “L’altro mi ha richiamato dopo trenta secondi, Cirio non mi ha neanche risposto”.

Durante la commissione Sanità di oggi, l'assessore Luigi Icardi ha assicurato che nei prossimi giorni l'obiettivo è di fare "mille tamponi al giorno" sui cittadini venuti a contatto con casi positivi, mentre al San Luigi di Orbassano verranno effettuati i test sul personale medico e gli infermieri. Meglio tardi che mai.

print_icon