VIRUS & OCCUPAZIONE

Cassa integrazione per 166mila

Siglato l'accordo tra Regione e sindacati per accedere alle procedure previste per l'emergenza Covid-19. Molte aziende però, in crisi di liquidità, non sono in grado di anticipare l'erogazione dell'Inps. Appello alle banche piemontesi. Ancora scoperti molti lavoratori

È stato firmato l’accordo tra Regione Piemonte e Cgil-Cisl-Uil sulla Cassa integrazione in deroga per garantire a tutti i lavoratori una copertura economica nella situazione di emergenza di queste settimane. Al momento il provvedimento coinvolge 166mila lavoratori. La procedura, prevista dal decreto del presidente del Consiglio, garantisce di accedere a tutti i datori di lavoro e ai loro dipendenti, per i quali non sono disponibili gli ammortizzatori sociali ordinari (o che li abbiano già esauriti). A tal fine sono stati compresi e tutelati anche i lavoratori intermittenti, i lavoratori somministrati, tutti gli apprendisti, i lavoratori agricoli ed anche tutti i lavoratori degli appalti anche in caso di subentro dopo il 23 febbraio di altra impresa. Per i lavoratori non ancora coperti la Regione e tutte le parti sociali, come già fatto nei giorni scorsi dalle organizzazioni confederali, chiederanno al Governo di modificare la norma al fine di coprire tutti i lavoratori domestici (colf, badanti, ecc.) e tutti i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio 2020 ed attualmente senza lavoro, che ad oggi sono ancora esclusi dai provvedimenti. L’intesa garantisce tempi certi e procedure corrette per l’accettazione delle domande che sopra i 5 dipendenti prevedono l’obbligo dell’accordo sindacale e che dovranno essere indirizzate alla Regione Piemonte.

Per il Piemonte è prevista una dotazione di 86 milioni 506.160 euro, prima tranche delle risorse stanziate dal Governo e ripartite tra le Regioni con Decreto Interministeriale del 24 marzo 2020. La Cassa in deroga può essere richiesta da tutti i datori di lavoro per cui non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di Cassa integrazione ordinaria, Fondo di Integrazione Salariale e il cui settore non sia dotato di specifici sistemi di ammortizzatori sociali quali i Fondi di Solidarietà Bilaterali per tutte le tipologie di lavoro alle dipendenze, ad eccezione dei dirigenti. I lavoratori interessati devono risultare in forza al datore di lavoro richiedente alla data del 23 febbraio 2020. Per il settore agricolo l’accordo stabilisce che il riferimento per la determinazione dei periodi di lavoro è la giornata: il trattamento di Cassa in deroga è fruibile nei limiti delle 45 o 54 giornate (nove settimane x 5 o 6 giorni, a seconda della durata della settimana lavorativa).

Cgil, Cisl e Uil del Piemonte hanno richiesto l'anticipazione del pagamento delle integrazioni salariali. La Regione Piemonte si è impegnata ad allargare a tutto il sistema bancario regionale l’esperienza positiva già realizzata in passato con Intesa San Paolo e con Banca Sella che in Piemonte hanno sottoscritto un protocollo per l’anticipo della Cigs e del Fis ai lavoratori. “Ora la Regione – spiegano Claudio Stacchini (Cgil), Gianni Baratta (Cisl) e Teresa Cianciotta (Uil) – deve lavorare per garantire l’erogazione dell’anticipo a tutti gli ammortizzatori con causale Covid-19”, allargando, oltre che a istituti di credito già coinvolti, questa possibilità a tutto il mondo del credito piemontese. Devono essere definite rapidamente le modalità operative telematiche per rendere la concessione degli anticipi più rapida possibile, per garantire il reddito a migliaia di lavoratrici e lavoratori a cui troppe aziende stanno già negando la copertura della Cassa Integrazione, perché prive di liquidità.

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