EMERGENZA SANITARIA

I guariti superano i decessi

È la prima volta che accade: un dato che potrebbe segnare una possibile inversione di tendenza in Piemonte. E in questa settimana si riduce il numero dei pazienti in terapia intensiva. Allarmante la situazione nelle case di riposo

La premessa è d’obbligo: per ora si tratta di un trend debolissimo e che va verificato nei prossimi giorni. Ci sono due dati che rincuorano riguardo l’evoluzione del contagio in Piemonte (e pure in altre regioni). Nel bollettino diramato questa sera dalla Regione, infatti, per la prima volta il numero dei guariti (77) supera quello dei morti (56). Magra consolazione, certo, soprattutto se si tiene conto che dall’inizio dell’epidemia sono ormai 1.144 i deceduti in Piemonte, ma è certamente un timido raggio di luce che si scorge in fondo al tunnel. E non è l’unico. A leggere in filigrana la situazione nella regione emerge che a fronte di un incremento dei contagi (dato sempre soggetto al numero dei tamponi effettuati) c’è una progressiva contrazione dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Dopo aver raggiunto il numero più alto martedì (458), hanno iniziato a diminuire: mercoledì e giovedì erano 456, venerdì sono diventati 450, oggi siamo a 447. La progressione è naturalmente lenta e la strada è ancora lunghissima, ma forse rappresenta quell’inversione di tendenza tanto attesa. Insomma, le terapie intensive forse stanno ricominciando a respirare: una buona notizia anche per tutto il personale medico, che in questa settimana è stato sottoposto a un enorme stress-test. Certo resta ancora allarmante la situazione delle case di riposo e si teme che proprio dalle Rsa arrivino nelle prossime ore brutte notizie.

Dati che confermano un quadro abbastanza preciso di come è stata affrontata l’emergenza Covid-19 in Piemonte: la quasi totale ospedalizzazione del contagio e lo scarso numero di tamponi effettuati. Altrimenti non si spiegherebbe il perché il Veneto, con una popolazione grosso modo equivalente, registra la metà di decessi. Nella regione guidata da Luca Zaia si è perseguito un modello di contenimento facendo molti più esami sulla popolazione, scoprendo così anche casi asintomatici e con sintomi lievi, mostrando la capacita di fare prevenzione sul territorio, cioè quella di individuare e bloccare i focolai e spezzare le catene di contagio. E il Piemonte, nonostante tutto, continua a essere la regione del Nord che fa meno test.

A oggi in Piemonte sono 11.839 le persone finora risultate positive al Covid-19: 1.630 in provincia di Alessandria, 570 in provincia di Asti, 561 in provincia di Biella, 960 in provincia di Cuneo, 973 in provincia di Novara, 5.804 in provincia di Torino, 583 in provincia di Vercelli, 540 nel Verbano-Cusio-Ossola, 169 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 45 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Ancora troppo pochi i tamponi eseguiti: sono 38.638, di cui 22.806 risultati negativi (la media di questa settimana è stata di circa 2mila al giorno).

Il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 342 (77 in più di ieri), cosi suddiviso su base provinciale: 16 in provincia di Alessandria, 19 in provincia di Asti, 15 in provincia di Biella, 29 in provincia di Cuneo, 21 in provincia di Novara, 196 in provincia di Torino, 24 in provincia di Vercelli, 13 nel Verbano-Cusio-Ossola, 9 provenienti da altre regioni. Altri 546 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa ora dell’esito del secondo.

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