CORONAVIRUS & POLITICA

Cirio nel mirino delle opposizioni

Si allarga il fronte favorevole alla commissione d'indagine. Dopo l'affondo dei consiglieri Pd Valle e Rossi, anche il Movimento 5 stelle valuta positivamente l'iniziativa. Frediani: "A questo punto mi pare l'unica soluzione"

Una commissione d’indagine sulla gestione dell’emergenza sanitaria in Piemonte? “A questo punto mi pare l’unica soluzione”. A parlare è la capogruppo del Movimento 5 stelle Francesca Frediani, riguardo alla proposta dei due consiglieri Pd Daniele Valle e Domenico Rossi, annunciata questa mattina sullo Spiffero. Un sostegno a malincuore, in un momento in cui ogni giorno si assiste al macabro conteggio delle vittime da Covid: “Finora abbiamo mantenuto un profilo basso, siamo stati responsabili, evitato ogni tipo di polemica, per consentire all’amministrazione regionale di lavorare serenamente, ma ora ci sono due ordini di problemi altrettanto gravi” spiega Frediani, che poi prosegue. “Il primo riguarda i dati che ogni giorno leggiamo e che parlano di un arretramento più lento dell’epidemia in Regione e di continue falle nella catena di comando allestita da Alberto Cirio. Il secondo riguarda un atteggiamento, di giunta e maggioranza, volto a estrometterci non solo da ogni decisione, questo sarebbe accettabile, ma anche da qualsiasi flusso d’informazione”.

Per la formazione pentastellata il rischio principale risiede nelle Rsa: “Continuiamo a ricevere riscontri terribili dal territorio”. Su tutti uno che arriva da Alpignano, ai piedi della sua Valle di Susa, dove una donna, Elisa Franzò, racconta la sua tragica esperienza al settimanale La Valsusa. Sabato scorso ha perso suo papà, Angelo, portato via (presumibilmente) dal Covid il 28 marzo scorso. Il 3 aprile una telefonata dell’Asl To3 avvisava che il signor Angelo Franzò poteva recarsi in ospedale per il tampone richiesto dal medico di base. Lui, però, era ormai mancato da una settimana. Non è tutto: tre giorni dopo, il 6 aprile, la stessa Asl predispone per Elisa e la sua mamma l’isolamento, dal 17 al 31 marzo. Quanti di questi casi ci sono in Piemonte? “Anche per far luce su questi drammi evidentemente è necessario un momento di approfondimento, senza mettere alla gogna nessuno, ci mancherebbe, per capire cosa non sta funzionando nella nostra regione” conclude Frediani.

Non scontata l’apertura anche del resto del Pd nei confronti dell’intemerata di Valle e Rossi, che tra i banchi (virtuali) dell’opposizione c’è chi ha vissuto come una fastidiosa fuga in avanti. “Io la ritengo una proposta suggestiva, che andrà discussa con le altre forze di minoranza” dice il capogruppo dem Domenico Ravetti che pure si è sempre iscritto alla schiera dei più prudenti e collaborativi. Infatti mantiene aperto un canale con maggioranza e giunta, in una nota vergata assieme al suo vice Raffaele Gallo, in cui spiega che “noi siamo ancora disponibili al confronto sul merito delle questioni e chiediamo di avere tutti i documenti, le elaborazioni e gli atti che hanno a disposizione”. Un’ulteriore apertura di credito o, come dice lo stesso Ravetti, “un’ultima chiamata”. Ma il sostegno all'iniziativa arriva in modo più decido da Montecitorio, con la deputata cuneese Chiara Gribaudo, che denuncia lo "scaricabarile" di una Regione che "deve iniziare ad assumersi delle responsabilità". "In questo contesto - conclude Gribaudo - non posso che dirmi favorevole alla proposta dei consiglieri Valle e Rossi di istituire una commissione d'inchiesta che inizi a fare chiarezza su cosa è accaduto". 

Intanto anche le altre formazioni di centrosinistra iniziano a parlare apertamente di commissione d’indagine: lo fa Silvio Magliano (Moderati), pur precisando che “avrei preferito che non si arrivasse a questo punto” e pure Marco Grimaldi (Luv-Leu), secondo cui “la giunta spreca il suo tempo ad autoassolversi” mentre i dati sull’emergenza restano nei cassetti dell’unità di crisi. “Non vorrei – conclude Grimaldi – che fossimo costretti a ricorrere a commissioni d'inchiesta perché il nostro potere ispettivo è stato negato”.