CORONAVIRUS & POLITICA

"Non si sono recati dai malati", la Lega attacca i medici di base

Il capogruppo in Regione Preioni lancia pesanti accuse ai dottori di famiglia. E scarica sulle Rsa ogni responsabilità: "Sono strutture private". Questa è la linea del principale partito di governo del Piemonte? Gli alleati prendono le distanze (e pure Ricca)

Ciò che sostiene Alberto Preioni, capogruppo in consiglio regionale della Lega, è la posizione ufficiale del partito? Di fronte a quanto affermato da colui che guida a Palazzo Lascaris la più importante forza politica della maggioranza, almeno dal punto di vista numerico, i vertici regionali della Lega e i suoi esponenti di maggior rilievo a questo punto devono dire se, come sostiene Preioni i “medici di famiglia si sono negati, non si sono recati dai malati, che li hanno aspettati giorni e giorni, e questo certamente non ha aiutato a contenere l'epidemia”. E ancora che sempre i dottori “avrebbero già dovuto avere le protezioni necessarie, perché anche in tempi normali possono avere dei malati infettivi e quindi le protezioni bisogna averle sempre”.

Di più. Affrontando il tema delle Rsa, il capogruppo afferma che “sono strutture private monitorate direttamente dai loro direttori sanitari. La Regione sta attuando dei protocolli, dando delle regole sempre più stringenti, però non dimentichiamoci che sono strutture private di natura privata”.

Accuse pesantissime quanto generiche e affermazioni strampalate. Finché il capogruppo della Lega dà sfogo e sfoggio delle sue conoscenze e capacità su temi pur importanti, tipo gli invasi e le Pro Loco, si può anche rubricare - come ormai si fa da mesi nei corridoi di via Alfieri - a folclore. Adesso no. Adesso la questione è seria, drammatica. Se non si conosce, sarebbe meglio tacere. Invece nella già accesa polemica tra i camici bianchi e la gestione regionale – dall’assessorato all’Unità di Crisi passando per il Comitato Scientifico il cui presidente Roberto Testi si è scagliato contro gli Ordini dei Medici per le critiche ricevute – Preioni getta benzina sul fuoco. Come può sostenere che le Rsa sono private, quando una parte di esse è gestita da Comuni e consorzi di enti pubblici? Studi, Preioni, provi a farlo almeno. Se ci riuscirà scoprirà anche che quelle strutture sono sottoposte alla vigilanza delle Asl, in quanto in regime di convenzione, e forse sarebbe opportuno verificare se questa vi sia sempre stata.

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Invece, la Lega con il suo massimo rappresentante in Consiglio (ed è già detto tutto) spiega che “alcuni medici di famiglia, sindacalizzati, oggi ci attaccano”. Prosegue Preioni: “Vogliamo dire loro, e al loro presidente, che abbiamo segnalazioni di medici di famiglia che si sono negati, che non si sono recati dai malati, che li hanno aspettati giorni e giorni, e questo certamente non ha aiutato a contenere l'epidemia”. E che avrebbero già dovuto avere le protezioni necessarie, perché anche in tempi normali possono avere dei malati infettivi e quindi le protezioni bisogna averle sempre". Un posizione fatta propria dalla consigliera Sara Zambaia che ha pubblicato un post su Facebook dello stesso tenore del suo capogruppo, sparito dopo pochi minuti. 

Una sortita che se sta provocando fortissimi imbarazzi tra i maggiorenti della Lega, infiammando le loro chat riservate (“Con questa sortita ci siamo giocati pure i medici”), vede già una durissima reazione dell’alleato di governo. “Trovo sconcertante che la Lega, per bocca del suo capogruppo regionale in Piemonte, attacchi i medici di base in prima linea per fronteggiare l'emergenza coronavirus”, dice Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia ed esponente di peso del partito di Giorgia Meloni. “Ovunque possono annidarsi dei renitenti alla leva ma non è moralmente accettabile che una intera categoria che si è sacrificata per la lotta al coronavirus venga sottoposta ad una gogna mediatica immeritata. Grazie ai medici di base per il lavoro svolto, spesso senza dispositivi di sicurezza e senza protezioni". Delmastro osserva come “è doppiamente inquietante la coincidenza che il j'accuse, smodato e fuori luogo, intervenga mentre riceviamo in pompa magna i medici cubani con foto da regime di operetta. Voglio ringraziare i medici di base italiani per il lavoro svolto senza risparmio di energie, anche se chi doveva pensare a loro non è stato in grado di assicurargli di operare in sicurezza. Devo forse ricordare io che i medici di base fanno parte del sistema sanitario nazionale?". A testimoniare lo scorcerto che le parole del capogruppo hanno provocato anche nella Lega è il comunicato diffuso dall’assessore regionale e segretario della Lega di Torino Fabrizio Ricca nel quale “ringrazia pubblicamente questi professionisti che ogni giorno mettono la loro incolumità personale dietro al bene dei loro pazienti”.

Un’uscita, quella di Preioni, che se non fosse su una questione così grave e seria potrebbe essere annoverata tra le tante, strampalate come il personaggio, che ormai costellano la sua forse già fin troppo lunga carriera al vertice del gruppo della Lega. Un partito che governa la sanità in Piemonte e che di fronte a queste esternazioni, a questo punto, deve dire se le condivide, se è questo quel che pensano i vertici. Oppure trarne le logiche conseguenze.

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