EMERGENZA SANITARIA

Il Piemonte chiede rinforzi, militari nelle case di riposo

Alla faccia che non serviva personale sanitario. L'Unità di crisi scrive all'Esercito per sollecitare l'invio di altri infermieri con le stellette da dirottare nelle Rsa. Molte strutture vicine al collasso

Dal “Grazie non ci serve niente” alla richiesta, addirittura, di militari. Cosa stia succedendo nell’Unità di Crisi e come l’organismo che deve gestire l’emergenza, con l’ausilio del comitato tecnico-scientifico, assolva a questo compito riesce davvero difficile da comprendere di fronte a ormai continui cambiamenti di rotta, semmai in corso Marche ne sia stata tracciata una.

Dopo il rifiuto del personale sanitario offerto dalla Protezione Civile nazionale, opposto con la ormai famosa mail del direttore del 118 Mario Raviolo, l’organismo guidato da Vincenzo Coccolo aveva innestato una tardiva e imbarazzante retromarcia richiedendo quel che Raviolo aveva rifiutato. Adesso si scopre che il Piemonte chiede l’intervento dell’Esercito. “Alla luce delle esigenze emerse in seno all’Unità di Crisi regionale – scrive Coccolo alla Sala Operativa della Protezione Civile, così come al Comando Truppe Alpine di Bolzano – al fine di gestire in maniera più aderente e diffusa l’emergenza in atto, si chiede la possibilità di ricevere ulteriore personale sanitario qualificato infermiere per la gestione delle emergenze nell’ambito delle Residenze socio sanitarie”.

Non solo un’ulteriore sconfessione della tesi secondo la quale il personale offerto non sarebbe stato necessario, ma la lettera firmata da Coccolo è la drammatica conferma di quel che purtroppo è noto da giorni, ovvero la situazione estremamente critica nella maggior parte delle case di riposo. Oggi, intanto scade un ulteriore bando, per il reclutamento di infermieri e operatori sociosanitari che andranno a rafforzare gli organici, ma per la cui entrata in servizio occorrerà comunque qualche tempo.

Ad oggi i militari in camice bianco sono 17 medici (rispettivamente 9 dell'Esercito, 4 della Marina, altrettanti dell'Aeronautica) e 29 infermieri (11 dell'Esercito, 9 della Marina, 4 dell'Aeronautica e 2 dei Carabinieri). Ma il lavoro degli uomini e delle donne con le stellette si svolge anche fuori dalle corsie per servizi di controllo e di supporto. È stata, inoltre, l'Aeronautica a realizzare a tempo di record l'ospedale Covid nelle ex Ogr. Adesso arriveranno ulteriori rinforzi per le Rsa.

Insieme al crescente numero di ospiti che hanno contratto il coronavirus, all’elevato numero di decessi, c’è infatti  anche la questione del personale: oltre a chi è a casa o in ospedale dopo il contagio, l’esecuzione di un crescente numero di tamponi sui dipendenti delle Rsa sta portando a notevoli riduzioni del personale con conseguenze immaginabili quanto pesanti. Quelle esigenze, che ci si augura non siano “emerse in seno all’Unità di Crisi” all’improvviso, hanno portato alla decisione di chiedere l’invio di personale militare. “Appena ho saputo della richiesta – dice il deputato del Pd Enrico Borghi – ho subito contattato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, preallertandolo della richiesta e ricevendo assicurazioni che sarà evasa con grande celerità”. C’è da sperare che quando arriverà la risposta qualcuno non dica che i militari non servono.

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