CORONAVIRUS & POLITICA

Regione sotto attacco, Icardi nel mirino

L'assessore alla Sanità è accerchiato. Le opposizioni ne chiedono la testa, le organizzazioni dei medici gli contestano la gestione dell'emergenza e il rapporto con il governatore Cirio è ormai logoro. Ipotesi Stecco per la successione

Non “se”, ma “quando”. Il trasloco di Luigi Icardi da corso Regina, plancia di comando della sanità piemontese, non è solo una scontata richiesta delle opposizioni (che lascerebbe il tempo che trova) quanto un più che probabile snodo nel governo regionale ormai messo in agenda dal presidente Alberto Cirio. E pure da una parte considerevole del partito dell’assessore, la Lega, con un vertice regionale che viene descritto come non ostile e, anzi, pronto a benedire il passaggio delle consegne a favore di Alessandro Stecco, attuale presidente della commissione Sanità a Palazzo Lascaris.

Proprio la decisione presa da Cirio di inserire Stecco, medico e docente universitario, nella task force presieduta dall’ex ministro Ferruccio Fazio e fortemente voluta dal governatore a dispetto delle resistenze dell’assessore, non può che essere letta come un passo ulteriore verso quel cambio al vertice della sanità che ormai viene data pressoché per certa. Lo stesso diretto interessato è stato udito più di una volta, tra un incontro e l’altro in Unità di Crisi, dire “me ne vado”. Comprensibile sbotto in momenti di tensione o voce dal sen sfuggita e figlia di una consapevolezza di quel che sta maturando?

Il rapporto, circoscritto ormai al livello meramente istituzionale, con il governatore è un altro elemento a sostegno dell’ipotesi che ormai circola senza suscitare scandalo anche e soprattutto in vasti settori della Lega, specie tra quegli amministratori locali che vivono in prima linea gli effetti di una gestione confusa e assai poco efficiente della sanità, al netto dell’abnegazione di medici e infermieri cui fa da contraltare una macchina organizzativa e dirigenziale che sbanda continuamente. La confusione e l’inefficienza che pervade i Sisp nella gestione dei tamponi, con ritardi, mancate risposte, comunicazioni impossibili, pazienti che non vengono più contattati e addirittura medici pronti a tornare in servizio dopo la malattia e che dopo aver effettuato il tampone negativo scoprono che il servizio non ha neppure caricato la richiesta per quello di conferma.

In un simile marasma si trova comunque tempo e modo non tanto per rimediare a disfunzioni che ormai vanno avanti da settimane, quanto per annunciare l’azione legale contro la trasmissione Report, nella quale Icardi ha fatto una figura piuttosto barbina (tralasciando l’ormai moribondo Mario Raviolo). Azione legittima, per carità, ma non certo una priorità rispetto a quel che sta capitando. Ad incrinare ulteriormente il rapporto tra presidente e assessore è stata la decisione del primo di costituire l’organismo la cui guida è stata affidata all’ex ministro berlusconiano. Una decisione, la prima, totalmente attribuibile al governatore che per la prima volta ha puntato i piedi e agito senza badare troppo a pestare quelli altrui. “Adesso cosa fanno? Commissariano il commissario?”, la domanda raccolta nello stretto entourage dell’assessore e riferita al ruolo che il team di Fazio avrà sull’Unità di Crisi guidata da Vincenzo Coccolo e sul Comitato tecnico scientifico presieduto da Roberto Testi, inciampato in numerosi casi a dir poco imbarazzanti, dalle mail sparite alla (non) gestione dell’emergenza nelle Rsa.  

Qualcosa più di una struttura a supporto del presidente, la task force della quale sono stati chiamati a farne parte, tra gli altri, l’infettivologo Giovanni Di Perri e il presidente dell’Ordine dei medici di Torino Guido Giustetto. Secondo alcune interpretazioni è la palese dimostrazione del fatto che che ormai  Cirio non si fida più di Icardi e della macchina che ruota attorno, a partire dall’Unità di Crisi in cui negli ultimi giorni si respira un’aria da 8 settembre. Clima cui certo non giova una comunicazione che spesso finisce in un collo di bottiglia con domande le cui risposte pare debbano essere sempre vagliate preventivamente dall’assessore.

In questi giorni, riferiscono voci provenienti da corso Marche e da via Alfieri, Icardi non sarebbe l’unico a prospettare, convinto o meno, le dimissioni. L’ipotesi sarebbe stata messa nel novero anche dal direttore regionale Fabio Aimar, l’ex responsabile del controllo di gestione dell’Asl cuneese con un trascorso da segretario cittadino della Lega foprtissimamente voluto in corso Regina dal suo conterraneo e compagno di partito.

Con la commissione Fazio, Cirio ha dato un segnale forte e concreto, anche se tardivo. Segnale di, auspicabile, cambiamento di rotta nella gestione dell’emergenza e delle sue fasi successive, ma non di meno al suo assessore che probabilmente resterà in giunta magari occupandosi di Agricoltura, come nei piani iniziali e in ossequio alla campagna elettorale basata sulla sua esperienza e il suo ruolo nella vitivinicoltura, ma non più di sanità. L’interrogativo resta non sul se, ma sul quando.

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