QUELLA BRAVA

Appendino apre a nuove alleanze, ma il Pd non ci casca (per ora)

Prosegue la tattica della sindaca: creare crescente attenzione sulle sue mosse future, far aleggiare la possibilità di una ricandidatura, delineare una coalizione giallorossa. Alza la posta per trattare. I dem chiudono: "Con lei improponibile"

Con passo felpato Chiara Appendino dice e non dice. Parla del suo futuro ma non svela nulla più di quel che è noto da tempo. “Non escludo che si possa allargare l’orizzonte e guardare in modo più ampio a quello che è strettamente il Movimento ma il tema che riguarda me, la mia città e il Movimento è cosa vogliamo fare. Non è Appendino il punto” afferma la prima cittadina interpellata a L’aria che tira su La7 riguardo una sua ipotetica ricandidatura anche, eventualmente, con il sostegno del Pd. “Il tema non è la mia ricandidatura, il tema è che cosa vogliamo fare. Io ho portato avanti dei progetti come la seconda linea della metropolitana, chi vuole mettere la mobilità alternativa al centro delle tematiche ambientali in cui io credo?” ha aggiunto, ribadendo che, comunque, una decisione in merito sarà presa dopo l’estate. In mezzo c’è la gestione della fase due, un governo in perenne crisi di nervi, il rischio di un disarcionamento del premier Giuseppe Conte, un matrimonio, quello tra Pd e Cinquestelle, che si sta rivelando sempre più d’interesse (ma non per questo destinato a vita breve, anzi).

Appendino piazza paletti ma non scioglie il nodo che riguarda la sua successione. Salvo tsunami politici, non sarà lei la candidata a sindaco del Movimento 5 stelle tra un anno e men che meno sarà alla guida di un’alleanza giallorossa in salsa torinese. Però vuole essere della partita. Per questo si guarda bene, oggi, dal rivelare cosa intende fare: troppe le variabili in campo. Quando sarà scaduto il mandato “vorrò ancora occuparmi della cosa pubblica e della comunità alla quale appartengo, ma ciò si può fare sia dentro sia fuori dalle istituzioni” ha detto la sindaca in una recente intervista a Formiche.net. Tradotto: mi tengo aperte tutte le porte. Segnali in codice neppure troppo difficili da decifrare. Al momento vuole far sapere che qualora debba fare il fatidico passo indietro, questo non sarà gratis: ovvero si dovrà comunque fare i conti con lei.

Occhi e orecchie sono rivolti a Roma: nel caso di un rimpasto nessuno si sente di escludere un suo possibile coinvolgimento in un Conte tris. Dopotutto, al governo ci andò vicinissima già un anno fa quando all’ultimo preferì spedire a Roma la sua assessora all’Innovazione, Paola Pisano, ora nel mirino per la non brillantissima gestione della partita relativa all’applicazione Covid. La recente apertura di Vito Crimi all’ipotesi di abbattere il totem grillino dei due mandati le consente mani libere e una trattativa a tutto campo tra Roma e Torino.

Ai segnali di fumo di Appendino, però, finora è corrisposto solo un certo imbarazzo nel Pd. Nessuno è pronto (oggi) a prendere neanche in considerazione il sostegno a un suo eventuale bis. E la diffidenza con cui vengono osservate le sue mosse è ben certificata dal segretario della federazione subalpina Mimmo Carretta che già nei giorni scorsi aveva detto: “Spero che dietro tutti questi ammiccamenti non ci sia il tentativo di barattare il futuro della città con la sua carriera politica”. Ma anche settori del Pd più propensi al dialogo – rappresentati dai parlamentari Stefano Lepri e Andrea Giorgis – hanno chiuso categoricamente le porte.

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“A noi sta a cuore la mobilità sostenibile e l’equità sociale, la vocazione internazionale della città e la sua anima industriale. Istanze a cui questa amministrazione non ha dato risposte e che rendono improponibile un Appendino bis – dice oggi Carretta –. Anzi, a dire il vero, è cosa che non ci riguarda, né le strategie del Pd sono legate alla sua decisione, dato che siamo impegnati a creare un’alternativa che sia discontinua con la sua amministrazione. La conversione di Appendino verso posizioni che sosteniamo da sempre, in vista delle elezioni, risulta tardiva e strumentale”. Durissimi anche i Moderati: “Questa giunta è come una nave pronta ad affondare e l’apertura di Appendino a una coalizione allargata è un invito ad un ballo sul Titanic. Diciamo no a qualunque alleanza coi Cinquestelle e per questo motivo lo ribadiamo oggi”. Oggi è così.