FASE 2

Piemonte pronto a riaprire i confini

Mentre la Lombardia impugna le carte bollate contro la Fondazione Gimbe, il professor Fazio replica: "I dati dell'epidemia ci danno ragione. Abbiamo suggerito a Cirio di procedere con la riapertura"

Il Piemonte ha tutti i numeri per poter riaprire i propri confini dal prossimo 3 giugno. E così sarà. La risposta indiretta alla tesi sostenuta dalla Fondazione Gimbe arriva con “il suggerimento al presidente Alberto Cirio di procedere con la riapertura, cosa che abbiamo fatto oggi” spiega il professor Ferruccio Fazio, voluto dallo stesso governatore a capo della task force per la medicina territoriale. Secondo l'analisi di Gimbe, invece, insieme a Lombardia e Liguria, il Piemonte correrebbe dei rischi ad aprire i suoi confini visto che “la curva del contagio non è adeguatamente sotto controllo e in queste regioni si rileva la percentuale più elevata di tamponi diagnostici positivi, il maggior incremento di nuovi casi, a fronte di una limitata attitudine all'esecuzione di tamponi diagnostici”.

Chi ha ragione? L’ex ministro della Sanità, a supporto della valutazione fatta insieme agli altri esperti, cita proprio quei dati che il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta ha indicato come indice di rischiosità, scatenando durissime reazioni soprattutto in Regione Lombardia da dove è stata annunciata una querela nei suoi confronti, dopo le accuse all'ente presieduto da Attilio Fontana di "truccare" i dati. Assai più distaccata la reazione in Piemonte, dove appunto si preferisce lasciar parlare i numeri.

Quelli che cita Fazio sono riferiti agli ultimi tre giorni, escluso oggi che tuttavia conferma un calo notevole dei casi. “Il 25 maggio abbiamo registrato 65 tamponi positivi di cui 21 riferiti alle Rsa, 18 asintomatici e i restanti 26 da depurare visto che in alcuni casi si tratta di secondi esami di controllo. Il giorno successivo – elenca l’ex ministro – il totale di 56 va suddiviso in 12 riferiti alle case di riposo, 19 asintomatici e i restanti come già detto, il dato di ieri è ancora più basso con 39 totali, 7 nelle Rsa e 13 asintomatici”.

Come spiega ancora Fazio, “in base a questi dati normali, se si verificano le tre condizioni, ovvero monitoraggio che sta continuando bene, l’osservanza delle precauzioni a partire dalle mascherine e dal distanziamento sociale e il contact tracing che funziona, non possiamo che suggerire al presidente, cosa che abbiamo fatto, la riapertura”.

Nella malaugurata ipotesi che si verifichino nuovi focolai, “siamo in grado di identificarli rapidamente, anche a livello comunale, isolandoli e assumendo i provvedimenti necessari”. Il consiglio arrivato a Cirio “è stato molto meditato e assunto collegialmente. I numeri sono chiari e li abbiamo valutati con estrema attenzione. Ci inducono ad essere ottimisti al cento percento, insieme al rispetto delle prescrizioni che resta fondamentale”.

E, sempre restando sui numeri, come si diceva, anche quelli di oggi segnano un costante e sensibile calo dei contagi, così come dei ricoveri. Secondo il bollettino quotidiano dell'Unità di Crisi piemontese ci sono solo 58 nuovi infetti (di cui 19 rilevate nelle Rsa), i ricoverati in terapia intensiva si riducono di altre 4 unità, calando a 64, mentre le ospedalizzazioni meno gravi sono 1058, 60 in meno rispetto a ieri, 10 i nuovi decessi.

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