RETROSCENA

La Uil "licenzia" il segretario

Terremoto nel sindacato metalmeccanico torinese. Messo alla porta Basso, per anni leader dell'organizzazione: "Sto cercando lavoro". Rientra nella Fismic? Dissidi interni e una lunga serie di defezioni a vantaggio delle sigle "concorrenti"

Non c’è pace alla Uilm di Torino. Dopo mesi di rapporti burrascosi che hanno preceduto e poi seguito la defenestrazione di Dario Basso dalla segreteria generale, è di oggi la notizia che lo stesso Basso ha interrotto ogni rapporto con il sindacato metalmeccanico, dov’era approdato dopo un’esperienza con gli autonomi della Fismic. È stata la stessa Uilm ad annunciare il divorzio con una nota velenosa in cui gli “augura di trovare una nuova sistemazione consona alle sue aspettative”.

Ma cos’ha portato alla rottura? Le prime scosse telluriche si erano manifestate già la scorsa estate, fin quando, alla fine di ottobre al vertice dell’organizzazione è stato eletto Luigi Paone e Basso declassato a segretario organizzativo. È stata la “congiura dei suoi vecchi amici della Skf” racconta chi ha vissuto quei giorni. Lo stesso Paone, ma anche Vito Benevento e Marco Secci: tutti hanno voltato le spalle a Basso che allora fece buon viso a cattivo gioco. La sua nomina a responsabile organizzativo fu un tentativo – dal fiato corto – di salvare le apparenze ed evitare di rendere pubblica una faglia destinata ad allargarsi sempre di più.   

“Ho dato le dimissioni perché non mi sentivo nelle condizioni di poter proseguire il rapporto di lavoro con la Uilm” dichiara Basso, che ora dovrà trovarsi anche una occupazione che lo accompagni nei tre anni che lo separano dalla pensione, giacché a differenza di molti colleghi sindacalisti non è più sotto l’ombrello della legge 300 (quella che regola il distacco sindacale) essendosi a suo tempo licenziato da Avio, dove lavorava. “Con me la Uilm è passata da 4mila a 6.500 iscritti, ho messo i conti a posto” rivendica Basso, mentre c’è chi sostiene che alle origini di alcuni dissidi interni e con lo stesso coordinatore nazionale, Rocco Palombella, ci sia anche la gestione finanziaria dell’organizzazione.

Il suo non è che l’ultimo (per ora) di una serie di addii che rischiano di drenare tessere e consenso alla Uilm. In queste settimane hanno alzato i tacchi personaggi come Marco Sonetto, coordinatore delle Carrozzerie a Mirafiori, approdato alla Fim-Cisl, così come l’ex coordinatore dell’Agap di Grugliasco Stefano Damiano e la rsa Chiara Montesano. Un’emorragia che potrebbe essere solo all’inizio. Basso, che in passato è stato anche amministratore delegato di Soprim e presidente di Sit – due controllate di Finpiemonte –, intanto si guarda intorno e voci insistente parlano di un suo possibile ritorno in Fismic, sulle orme del suo vecchio mentore, quel Giovanni Contento che lo accolse in Uilm e che ora è uno degli undici (sic!) segretari nazionali di Fismic-Confsal.  

Nel sindacato, come nella politica, le porte sono girevoli. Pacchetti di tessere transitano da un’organizzazione all’altra ma c’è chi è pronto a scommettere che dopo un’aggressiva politica di acquisizioni, ora la Uilm subalpina rischi di perdere una parte significativa dei suoi iscritti e rappresentanti nelle fabbriche.  

print_icon