RIPARTENZA

Il Politecnico esce dal lockdown

Il rettore Saracco si è convinto. Studenti e docenti tornano nelle aule di corso Duca degli Abruzzi. Così anche l'ateneo torinese scopre la Fase 2 e si prepara al prossimo anno accademico. Le pressioni interne ed esterne e il sondaggio decisivo tra gli universitari

Tanto tuonò che piovve. Dopo le fabbriche, i negozi, i bar e i ristoranti, le agenzie di viaggi e gli uffici, anche il Politecnico di Torino esce dal lockdown. “Da oggi, dopo più di tre mesi di sospensione delle attività didattiche a causa dell’emergenza Covid-19, laboratori e spazi del Politecnico di Torino saranno di nuovo frequentati dagli studenti” annuncia il rettore Guido Saracco.  

Circa 100 tesisti sperimentali ogni giorno potranno accedere nuovamente ai laboratori dell’ateneo per completare il proprio lavoro di ricerca per la tesi di laurea e il tutto sarà fatto, prosegue il “Magnifico” di corso Duca degli Abruzzi “nel rispetto delle misure di sicurezza e seguendo i protocolli adottati anche per i lavoratori che frequentano le strutture del Politecnico, tra cui la partecipazione obbligatoria a un corso di formazione on line relativo alle misure associate all’emergenza Covid-19”. Una sessione innovativa in cui i prof avranno informazioni inedite come lavare spesso le mani, non toccarsi naso e bocca, mantenere il distanziamento sociale e usare le mascherine nei luoghi chiusi, per fare alcuni esempi.

“Lasciatemi dire che dopo tre mesi sono emozionato a rivedere gli studenti nei nostri corridoi, nei cortili e soprattutto nei laboratori” esulta Saracco che finalmente cede alle pressioni giunte da dentro e fuori l’ateneo per una riapertura ormai improcrastinabile, dopo che lui stesso aveva annunciato che no, le lezioni in presenza, non sarebbero riprese prima del prossimo anno. E invece, un fiume sotterraneo di dissenso tra i professori e le prese di posizione arrivate dalle categorie produttive lo hanno costretto a una retromarcia travestita da successo: “Il Politecnico è una comunità fatta di docenti, personale amministrativo e, soprattutto, studenti: credo che sia fondamentale garantire anche a loro la possibilità di svolgere in presenza quelle attività che necessitano delle nostre dotazioni sperimentali, che ci caratterizzano come ateneo tecnico e qualificano la formazione che offriamo ai nostri studenti come apprendimento strettamente legato alla ricerca fin dagli anni di studio”. 

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Oggi sono un centinaio, ma a settembre, con l’avvio del nuovo anno accademico, saranno molti di più gli studenti che potranno fruire di quella parte della didattica che l’Ateneo erogherà in presenza, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza. Scongiurato così il rischio di perdere gli oltre 15mila studenti fuori sede che ogni anno invadono Torino, creando quel fermento culturale ed economico di cui si nutre ogni città universitaria, quale sempre di più è il capoluogo piemontese.

“Saranno garantiti in aula e laboratorio seminari, esercitazioni con confronto tra studenti e docenti, classi progettuali, atelier di progettazione architettonica, team studenteschi, classi di problem solving/challenge (dove gruppi di studenti di diverse discipline risolvono problemi complessi e creano soluzioni innovative), laboratori sperimentali, tesi sperimentali, tirocini – assicura Saracco, dopo aver messo finalmente piede, pure lui, nella Fase 2 –. Anche per le lezioni frontali le aule saranno attrezzate in modo da poter garantire allo studente di seguire il corso allo stesso modo in presenza oppure online”.

“La didattica on line, che sapremo comunque garantire con qualità e che ci permetterà di servire ottimamente anche chi non potrà muoversi verso di noi, non può sostituire completamente la ricchezza di quella in presenza e delle relazioni che si intessono nella nostra comunità universitaria, una comunità che va ben oltre i nostri spazi ma pervade l’intera città, ad esempio nei collegi e nei centri sportivi, con attività culturali, eventi e tante altre modalità”, continua il Rettore: “Premesso questo, voglio però assicurare a tutti coloro che sceglieranno di fruire della nostra didattica esclusivamente on line che il nostro preciso impegno e obiettivo sarà quello di offrire un’esperienza del tutto equivalente sul piano formativo rispetto a quella di chi seguirà in presenza”.

A convincere Saracco anche un sondaggio fatto circolare tra gli studenti. Le oltre 14 mila risposte indicano che una grande maggioranza di studenti intende tornare in presenza al Politecnico già all’inizio del prossimo anno accademico, soprattutto tra gli studenti italiani. Per questo, gli organi di governo dell’ateneo hanno stabilito di attuare tutte le misure possibili per massimizzare l’utilizzo delle 86 aule che saranno attrezzate per erogare didattica contemporaneamente in presenza e in remoto, come pure nel programmare la didattica in presenza anche al sabato. L’Ateneo chiederà inoltre agli Enti territoriali la concessione per il primo semestre del prossimo anno accademico di ulteriori e ampi spazi per didattica, in modo da fornire un servizio che sia il più esteso possibile.