CORONAVIRUS & POLITICA

La Lega ipoteca il post emergenza

Viene affidata a Picco la guida del neonato dipartimento interaziendale per le malattie infettive, struttura destinata a prendere il posto dell'Unità di crisi. Prossimo passo sarà la direzione della Città della salute? Un settore balcanizzato in task force

Mentre in Lombardia salta il direttore regionale della Sanità Luigi Caiazzo e traballa la poltrona dell’assessore Giulio Gallera, in Piemonte il presidente della Regione Alberto Cirio dice no alla commissione di inchiesta (e pure a quella, più morbida, di indagine) sull’emergenza Coronavirus blindando, per ora, il suo assessore Luigi Icardi. Lo stesso che, prodigo di dichiarazioni con le quali da giorni va dicendo di non temere la commissione e di non muovere un dito contro la sua istituzione, ha fatto il divalo a quattro per far saltare l’intesa raggiunta con le opposizioni..

Ed è proprio Icardi, insieme al suo braccio operativo in corso Regina il direttore regionale Fabio Aimar, a portare a casa l’ennesimo organismo sanitario partorito in questi pochi mesi di emergenza e affidarlo, almeno temporaneamente, a un manager molto caro e vicino alla Lega. “Nella fase iniziale le funzioni di direttore di dipartimento saranno garantite dal commissario dell’Asl Città di Torino”. Dunque a governare il nuovo dipartimento sanitario interaziendale Malattie ed Emergenze Infettive, pur nella fase inziale che però non si sa quanto durerà, sarà Carlo Picco, il cinquantanovenne manager valsusino arrivato a fine dell’anno scorso a gestire l’azienda sanitaria torinese ricevendo il testimone da Valerio Fabio Alberti.

Picco, con un curriculum in cui figura tra gli altri incarichi la direzione dell’Emergenza Urgenza della Lombardia, prima di tornare in Piemonte dove aveva già diretto il San Luigi di Orbassano era in Sicilia quale direttore generale del Policlinico di Palermo. Quell’incarico nell’isola lo aveva ricevuto da Nello Musumeci, da poco eletto governatore con la vittoria del centrodestra dove la Lega era guidata dal commissario Stefano Candiani, senatore lombardo cui Picco è legato da solida amicizia. Entrato nella Compagnia di San Paolo e subito approdato nel comitato di gestione della fondazione, il manager è sempre più raffigurato, non senza ragione, come l’uomo di sistema della Lega in Piemonte. Di lui si parla, in vista delle prossime nomine, come del possibile futuro direttore generale della Città della Salute di Torino, con uno scambio di poltrone con l'attuale commissario Giovanni La Valle.

Anche per questa ragione, oltre alla coincidenza dell’insediamento della nuova struttura sanitaria all’interno dell’Asl che dirige, la decisa volontà da parte dell’assessore di istituire il coordinamento interaziendale che di fatto sostituirà sul fronte sanitario l’Unità di crisi si presta a una lettura moltopo politica. Secondo alcuni osservatori si tratta della risposta a quella task force voluta da Cirio e da lui affidata all’ex ministro Ferruccio Fazio, da molti vista come una sorta di commissariamento di Icardi da parte del governatore.

Come annunciato dallo stesso assessore, il dipartimento sarà costituito dall'aggregazione dei Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp) dei Dipartimenti di prevenzione, dei Servizi di prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza, delle Unità di gestione del rischio sanitario e dei Servizi malattie infettive istituiti presso le aziende sanitarie, del Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (Seremi) dell’Asl di Alessandria e del Servizio sovrazonale di Epidemiologia (Sepi) dell’Asl To3.

Più che una task force, una force de frappe, pronta a muovere in caso di emergenza e, quindi, a sostituirsi di fatto all’Unità di Crisi sul fonte sanitario, quella affidata a un uomo di fiducia della Lega e molto vicino all’assessore. Fatto non trascurabile in questo momento in cui i rapporti e le dinamiche tra il titolare della Sanità e il presidente alternano momenti di tensione a compattezza come quella mostrata ancora ieri nell’opporsi alla commissione di indagine. La domanda, che si rincorre da quando è stato annunciato il nuovo organismo, su chi sarà chiamato a dirigere il dipartimento resterà probabilmente senza risposta per un bel po’. Nel frattempo a predisporlo e governarlo pro tempore sarà Picco. L’uomo vicino alla Lega incaricato di fare il commissario dell’Asl torinese, non certo dell’assessore.

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