POLEMICHE

"Giustifica lo sfregio a Montanelli", la destra vuole la testa di Lagioia

L'assessore regionale Marrone e la deputata di FdI Montaruli contestano le parole del direttore del Salone del Libro sulla statua del celebre giornalista imbrattata dai collettivi studenteschi. "Inadeguato a dirigere l'istituzione culturale"

“Sinceramente mi domando in che modo imbrattare e sfregiare la statua dedicata a Indro Montanelli contribuisca a migliorare la condizione della donna nella nostra società, ma quando si ha la responsabilità di dirigere un evento culturale di profilo internazionale non ci si può permettere di giustificare sui social un simile scempio”. L’assessore regionale Maurizio Marrone commenta il post su facebook dello scrittore Nicola Lagioia, direttore del Salone Internazionale del Libro in cui lungi dal prendere le distanze dall’atto vandalico invita ad allargare la riflessione al contesto dal quale è maturato il gesto. Insomma, quasi un tentativo di giustificazione, ovviamente “culturale” e sociale.

“Ma se anziché discutere sul simbolo in sé, su Montanelli in sé, ci si concentrasse su almeno uno dei temi evocati? L’Italia del 2020 è un paese che rispetta le donne?”, ha scritto l’intellos nostrano. E ancora: “La lista delle disparità è lunghissima. Parlo del sistema di potere (politica, cultura, giornalismo) perché è rappresentativo anche del resto. Possiamo ammettere che in Italia abbiamo un problema serio, adesso, nel 2020? - e istituzionalizzarlo? Se non si capisce che parte di quella rabbia deriva da questa situazione, secondo me si è capito poco della questione”. Come tutto questo c’entri con l’imbrattare monumenti è un mistero, ma tant’è.

“L’iconoclastia l’abbiamo vista nell’Isis, il vandalismo lasciamolo agli antagonisti dei centri sociali – attacca Marrone – nulla di tutto ciò si addice al Salone del Libro. Spero che il direttore Lagioia chiarisca il suo messaggio riportando la sua comunicazione a un livello istituzionale”. Per l’esponente di Fratelli d’Italia “prima o poi questa giunta regionale dovrà assumersi la responsabilità di compiere scelte di reale discontinuità nel sistema cultura”, magari mettendo alla porta lo stesso Lagioia, espressione del tradizionale milieu intellettuale della sinistra.

A dare manforte a Marrone è la deputata torinese di FdI Augusta Montaruli per la quale “giustificare il vile attacco alla statua di Montanelli nel luogo ove avvenne l’attentato ai suoi danni da parte delle Brigate Rosse è vomitevole tanto più se si usa per farlo il tema della condizione femminile”. Argomenti fuorvianti, usati per evitare di esprimere condanna verso l’atto compiuto dagli studenti dei collettivi universitari. “Lagioia non perde l’occasione di dimostrare ancora una volta la sua inadeguatezza a direttore del Salone del Libro di Torino” sentenzia la parlamentare. “Se vogliamo parlare dei temi evocati, cioè della presenza femminile nei posti chiave, Lagioia sia coerente e si dimetta rifiutando la sua stessa carica. Sono convinta infatti che se finalmente si ragionasse con il metro del merito e non con il sistema del potere da lui stesso richiamato non sarebbe lì. Su una cosa ha ragione. La destra è avanti sulla questione femminile. D’altra parte l’unica leader donna è Giorgia Meloni e guida il mio partito. Avviene perché non accettiamo di soccombere alle quote, vinciamo collegi traballanti, non ci facciamo imbrigliare dalla logica delle a finali, non ci dobbiamo imbruttire per farci prendere sul serio e siamo dalla parte delle Pamela senza infarciture di buonismo. Non ci inginocchiamo in parlamento e soprattutto riconosciamo in uomini come Lagioia, che offendono la memoria del più grande giornalista italiano quanto di più lontano non solo dalla cultura ma dal buon senso. Su razzismo ruolo della donna e tutti i temi possibili sono pronta in qualunque momento, a discutere con Lagioia come con chiunque. Rimane il fatto oggettivo che chi non dice una sola parola contro un atto ignobile simbolo di tutta l’arretratezza culturale e umana non può certamente guidare un evento così importante come il Salone del libro”.

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