POLITICA & SANITA'

Piemonte tirchio con i medici "eroi"

Il premio stabilito dalla Regione è la metà di quello erogato dal Veneto: poco più di mille euro. "Non possiamo svendere la nostra dignità professionale" tuona il sindacato dei camici bianchi. E Anaao diserta il vertice con l'assessore Icardi

È un braccino corto quello che la Regione tende ai medici che hanno operato nell’emergenza Coronavirus. Se il Veneto ha destinato 2.078 euro ad ogni dirigente sanitario il Piemonte riduce questa cifra a 1.179 euro, ponendosi dietro anche alla Lombardia che eroga 1604 euro e pure all’Emilia-Romagna che ha deciso per 1.262 euro procapite.

Una scelta quella di riservare il 25% dei 55 milioni (18 stanziati dal Governo, il resto dalla Regione) destinati a chi è stato in prima linea contro la pandemia, oggetto da subito di una contestazione da parte dei sindacati dei medici che, restando su questa linea, oggi non hanno preso parte all’incontro in corso Regina con l'assessore Luigi Icardi per stabilire la ripartizione nell’ambito della dirigenza medica.

“Il Piemonte è stata la seconda regione italiana maggiormente coinvolta nell’emergenza epidemiologica Covid-19 ma quella, tra le principali regioni del Nord, con una premialità procapite per dirigente sanitario minore”, è la dura critica contenuta in una nota sottoscritta da tutte le sigle dell’intersindacale della dirigenza medica: Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Fassid, Aaroi, Emac, Fvm Anpo, Ascoti, Fials Medici. I sindacati ricordano la loro presa di posizione iniziale e come “l’assessorato ha concordato la suddivisione della premialità Covid senza la firma della maggioranza dei dirigenti medici e sanitari”. Adesso “a meno di nuove aperture regionali e disponibilità economiche, il confronto sui criteri di distribuzione proseguirà senza di noi ma con i soli Confederati, che però non rappresentano più del 14% dei dirigenti”, spiegano le organizzazioni dei camici bianchi.

“Non possiamo svendere la dignità professionale della dirigenza medica e sanitaria proseguendo in un accordo che di fatto sminuisce il nostro lavoro e che non ha accolto, fin dall’inizio, le istanze delle maggiori rappresentanze sindacali”, questa la linea di coloro che contestano il criterio applicato in corso Regina.  “Sia l’ammontare della cifra totale che la decisione della Regione di coinvolgere tutte le figure professionali nella suddivisione dei fondi, ci ha trovato in totale disaccordo: rivendichiamo il rischio corso dai medici e dirigenti sanitari per gestire l’emergenza, il loro ruolo e la loro professionalità”.

Fin dalla prima riunione, i medici avevano evidenziato la sproporzione rispetto al comparto (che comprende infermieri, assistenti socio-sanitari, amministrativi e tecnici), ma soprattutto la mancata risposta alla loro richiesta di una cifra netta in maniera tale da compensare la maggiore aliquota fiscale che grava sui dirigenti e che ridurrebbe di molto la cifra effettivamente percepita. “Questa non è una guerra tra medici e infermieri, tutt’altro – spiega Chiara Rivetti, segretario regionale di Anaao-Assomed –. Noi siamo sempre stati per un riconoscimento uguale per tutti coloro che hanno operato sul fronte della pandemia. Evidenziamo che la Regione non ha inteso ascoltare le nostre richieste. E poi – aggiunge – va osservato che regioni come il Veneto, pur colpite meno rispetto al Piemonte, hanno aumentato la cifra complessiva stanziata”. Il Piemonte, per ora, il braccino non lo allunga. 

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