PALAZZO LASCARIS

"Via il gioco d'azzardo", Cirio cerca la tregua con le opposizioni

Il governatore fa giungere ai capigruppo di centrosinistra e M5s la sua proposta di mediazione: la legge contro la ludopatia verrà eliminata dall'omnibus e i dispositivi sulla caccia possono essere rivisti. Ma per il Pd l'intesa passa dalla commissione d'indagine Covid

Via il gioco d’azzardo e rivisitazione degli emendamenti sulla caccia. Parte da qui la proposta di mediazione avanzata questa mattina ai capigruppo di minoranza dall’assessore Maurizio Marrone per uscire dall’impasse in cui è piombato il Consiglio regionale del Piemonte dopo la pioggia di 5.700 emendamenti ostruzionistici presentati dalle opposizioni per bloccare il collegato alla finanziaria.

La strategia del muro contro muro, imposta dal capogruppo della Lega Alberto Preioni, ha portato la maggioranza a schiantarsi e per questo ieri il governatore Alberto Cirio ha incontrato per oltre un’ora tutte le minoranze con la promessa di produrre una mediazione che si è materializzata nella proposta di Marrone. Come detto la giunta è disposta a ritirare l’emendamento con cui di fatto sterilizza la legge contro la ludopatia, approvata dal centrosinistra nella scorsa legislatura, con l’intento comunque di presentare un disegno di legge ad hoc entro l’estate seguendo il "modello Puglia". Il centrodestra, in sostanza, vorrebbe escludere dalle norme previste col distanziometro tutti quegli esercizi che avevano installato macchinette e slot prima dell’approvazione della legge, avvenuta nel 2016.  Tra le “concessioni” di Cirio c’è anche l’eliminazione dell’emendamento che consente al direttore generale dell’Arpa Angelo Robotto di ottenere compensi extra dalle consulenze esterne. Infine c’è la modifica della legge sulla caccia, tema particolarmente caro al Movimento 5 stelle: su questo non è previsto lo stralcio ma solo qualche limatura, legata in particolare alle specie cacciabili: merli e lepri variabili incrociano le dita.

Basta così? Difficile. Anche perché ai partiti di minoranza è ben chiaro che la retromarcia sul gioco d’azzardo è frutto essenzialmente delle perplessità interne alla maggioranza (Fratelli d’Italia in testa) ed è difficile dunque farla passare come una concessione. “Noi eravamo pronti al Vietnam già prima di quell’emendamento” fanno notare alcuni esponenti del centrosinistra.

Le opposizioni per ora si riservano di discuterne tra loro, ma è difficile che possa bastare per far cessare l’ostruzionismo. “Purtroppo non possiamo più fidarci, pertanto prima di ipotizzare il ritiro anche solo di uno dei 5.700 emendamenti vogliamo vedere pubblicamente i primi passi indietro”. A parlare è il capogruppo di Luv Marco Grimaldi, colui che ha prodotto ben 4mila dei 5.700 emendamenti presentati da centrosinistra e M5s. Per quanto ci riguarda – prosegue Grimaldi – non faremo passi indietro fino alla totale marcia indietro sull’uso scorretto dell’Omnibus”. Quindi eliminazione di tutti i provvedimenti sulla caccia e le nuove norme sulle cave “e vogliamo anche lo stop alla privatizzazione del Csi”.

Un altro fronte che resta aperto è quello della Commissione d’indagine Covid, sulla gestione dell’emergenza sanitaria: questo è il cavallo di battaglia del Pd, che l’aveva chiesta più di due mesi fa con i consiglieri Daniele Valle e Domenico Rossi. Il capogruppo dem Raffaele Gallo è tornato sul tema oggi, considerando l’accordo su questo tema “imprescindibile” per la fine della guerriglia in aula. E la condizione posta dal Pd è sempre la stessa: “L’organismo d’indagine, lo si chiami come si vuole – precisa Gallo – dovrà essere autonomo e guidato da un componente delle minoranze, per evitare il rischio che dopo poche settimane venga affossato”.

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