Morti in rsa Vercelli: dg Asl Vercelli, non dimetto 

“Siamo stati in difficoltà, specialmente nei servizi sanitari territoriali. Mentre il sistema ospedaliero è stato più efficiente. Ma non ho intenzione di dimettermi". A dirlo è il direttore generale dell'Asl di Vercelli, Chiara Serpieri, indagata dalla procura di Vercelli nell’inchiesta sulle morti da coronavirus in una rsa della cittadina piemontese, dopo che ieri l’assemblea dei sindaci vercellesi ha espresso quasi all’unanimità il voto contrario alla Relazione degli obiettivi del direttore generale Asl Vercelli per l’anno 2019. La votazione si è chiusa con i soli voti favorevoli di Santhià e Coggiola: Tiramani, Corsaro e Botta, rispettivamente sindaci di Borgosesia, Vercelli e Varallo, hanno invitato Serpieri a “fare un passo indietro e prendere atto del segnale di sfiducia”. “Capisco che da un punto di vista esterno è difficile capire quanto impegno ci sia stato in questi mesi - precisa Serpieri -, ma per noi è stato un periodo durissimo; diversi problemi si sono concentrati, ad esempio la lentezza del Sistema di Igiene e Sicurezza pubblica, che si occupava delle quarantene, o i problemi al Cup. I sindaci soro sono esasperati, e condivido con loro la necessità di ripensare alla rete dei servizi territoriali”. Serpieri conclude: “Il Servizio sanitario nazionale, e la stessa Asl, ha bisogno di maggiori investimenti”. 

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