EMERGENZA SANITARIA

Terapie intensive, il ministero boccia il piano della Regione

Doccia fredda da Roma. Vanno "rivalutati" i posti letto programmati nei presidi di Carmagnola, Saluzzo e Borgosesia per l'emergenza Covid. È quanto prescrive il direttore del dicastero Urbani. Al lavoro la commissione guidata da Monchiero

Il piano della Regione per le terapie intensive predisposto dalla commissione guidata da Giovanni Monchiero e inviato al ministero tre settimane fa va rivisto. È quanto chiede il direttore generale del dicastero della Salute Andrea Urbani che ha inviato oggi una mail all’assessore alla Sanità Luigi Icardi e al direttore regionale Fabio Aimar.

Dopo aver cambiato le indicazioni mentre le Regioni, compreso il Piemonte, stavano già predisponendo il piano per fronteggiare eventuali emergenze ospedaliere dovute al Coronavirus (ma non solo) imponendo uno stop e relativa ripartenza con aggiustamenti, adesso il ministero retto da Roberto Speranza boccia, sia pure parzialmente, lo schema predisposto bruciando i tempi e consegnato lo scorso 16 giugno. Nella comunicazione inviata da Urbani si evidenzia come “l’analisi istruttoria, in corso da parte dei competenti uffici, ha rilevato la programmazione dei posti letto di terapia intensiva non coerente con le indicazioni fornite con la circolare del ministero del 29 maggio”.

Proprio quella circolare, come allora aveva commentato Monchiero, “ha cambiato le carte in tavola”. Nel documento, tra l’altro si indicava che “la rete di offerta attivata nella prima fase emergenziale Covid-19, va  ridefinita e integrata organicamente con la rete di assistenza ospedaliera regionale hub & spoke, per cui dovranno essere attrezzati i posti letto negli ospedali forniti delle necessarie professionalità, dotazioni  strutturali, tecnologiche e di servizi allo scopo di poter affrontare situazioni di accrescimento improvviso della curva epidemica dei casi di Covid-19, anche al fine di ottimizzare l’utilizzo di strutture idonee  a riassorbire l’attività ordinaria, prevedendo meccanismi di riconversione tra le due diverse tipologie di attività e garantendo la rigorosa separazione dei percorsi”.

Nella circolare, pure quella firmata da Urbani, si stabiliva anche che il potenziamento “dovrà essere programmato  nell’ambito  delle  strutture  pubbliche della  rete ospedaliera regionale sede di Dea di primo e secondo livello”. Quale siano le differenze tra quanto chiesto dal ministero e quanto inserito nel piano della Regione non è chiaro e non viene esplicitato nella comunicazione di Urbani, dove tuttavia si fa chiaro riferimento alla necessità di “rivalutare l’offerta dei posti letto di terapia intensiva programmata nei presidi di San Lorenzo di Carmagnola, l’ospedale di Saluzzo e quello di Borgosesia”.

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