EMERGENZA ECONOMICA

In tanti restano senza Bonus

Molte realtà del Terzo Settore escluse dai contributi erogati dalla Regione. Cavilli burocratici e procedure farraginose tagliano fuori associazioni no profit, bocciofile, società di mutuo soccorso, attività ricreative e di socialità. La denuncia della portavoce Di Mascio

A quasi due mesi dall’approvazione della legge regionale, che prevede l’erogazione di un bonus a sostegno della ripresa delle attività sospese a causa dell’emergenza Covid, la procedura adottata dalla Regione Piemonte non permette la presentazione della domanda a molte associazioni, che pure hanno tutti i requisiti di legge per accedervi. Al contrario di quanto previsto dalla legge, infatti, l’accesso alla procedura è previsto per le sole associazioni iscritte ai registri delle imprese presso le Camere di Commercio, ed è escluso invece per quelle regolarmente iscritte ai registri delle Associazioni di Promozione Sociale (Aps). A lanciare l’allarme la portavoce del Forum del Terzo Settore in Piemonte Anna Di Mascio, d’intesa con le Aps associate, in particolare Acli e Arci, sottolinea che così si che escludono dal bonus circa 400 circoli nella regione, che svolgono attività ricreative con servizi di ristorazione. 

“La legge ha giustamente riconosciuto l’importanza di queste strutture associative del Piemonte, dei veri e propri avamposti socio-culturali, che costituiscono nei piccoli centri spesso l’unica realtà aggregativa presente”, spiega Di Mascio che prosegue: '”in una fase particolarmente difficile dal punto di vista sociale ed economico è paradossale che si stanzino risorse, che sarebbero preziosissime per far fronte anche alle nuove misure di prevenzione igienico-sanitarie, se poi queste non risultano accessibili a soggetti che hanno i requisiti previsti dalla legge”. Il protrarsi di questa situazione “sta provocando comprensibili malumori e un senso di sfiducia verso le istituzioni. Ci auguriamo che la Regione metta con estrema urgenza mano al problema e lo risolva indicando la procedura e prorogando i termini per consentire alle Aps di presentare la domanda'”, conclude. 

Sulla vicenda interviene Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione. “Troppi gli esclusi dal Bonus Piemonte. L’atteggiamento indegno di Lega e soci sul Bonus Piemonte comincia a far vedere i suoi nefasti effetti”, attacca il consigliere. “Ormai quotidianamente riceviamo segnalazioni di qualche categoria imprenditoriale che lamenta l’esclusione dal fondo straordinario per l’emergenza Covid-19 della Regione Piemonte ma questo non ci stupisce: l’assessore Poggio e il presidente Cirio non ci hanno mai spiegato quale fosse il criterio col quale inserire un codice Ateco invece di un altro, né le reali motivazioni per le quali ci hanno respinto tutti i nostri emendamenti volti ad allargare le maglie del Bonus Piemonte”, ha rimarcato Grimaldi. “La realtà è che di esclusi ce ne sono a moltissimi: dagli organizzatori di eventi ai service musicali ad esempio, fino ad arrivare a tutti coloro che non hanno una bottega a cui alzare fisicamente la saracinesca”.

Insomma, figli e figliastri. “Con stupore – ha osservato ancora Grimaldi – apprendiamo della denuncia pubblica della portavoce del Forum del Terzo Settore. Eppure queste associazioni hanno tutti i requisiti previsti, e li hanno grazie ai nostri emendamenti depositati e votati, atti che rivendico e che chiariscono il diritto di tutte le Aps iscritte ai registri regionali e nazionali con sede in Piemonte ad accedere al bonus. Pertanto, se l’accesso alla procedura viene garantito alle sole associazioni iscritte ai registri delle imprese significa che esiste un errore di procedura che la Giunta deve immediatamente risolvere. Non ci sono molte alternative: “la Giunta trovi in fretta una soluzione, se c’è bisogno di tempo si posticipino le scadenze ma è intollerabile che circoli, società operaie di mutuo soccorso, bocciofile e luoghi dello spettacolo dal vivo e, in generale, molte delle strutture associative del Piemonte, che costituiscono in alcuni quartieri e nei piccoli centri spesso l’unica realtà aggregativa presente, siano tagliate fuori dai finanziamenti, pur avendone pieno diritto e senza nessun motivo”.

Tra i comparti più colpiti dal Covid c’è la Cultura. “Con il Bonus Piemonte sono state immesse risorse fresche in tutti i settori, mentre per la cultura è stato necessario recuperarle dal bilancio del settore. E quindi, per finanziare il bonus cultura che uscirà entro fine mese, si è dovuto procedere a tagliare del 5% le partecipate e introdurre un tetto di 120mila euro ai contributi che penalizza alcune importanti eccellenze culturali” denunciano in una nota i consiglieri Pd Daniele Valle e Diego Sarno. “Ma verosimilmente – proseguono – non basterà ancora per raggiungere i 3 milioni del bonus cultura: altri tagli si abbatteranno sui bandi ordinari, con ulteriori danni per il settore, che peraltro dovrà aspettare fino a settembre per il bando. Per questa giunta la cultura viene evidentemente dopo di tutto il resto”.

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