POLITICA & SANITA'

Asl, il rosso è di 157 milioni 

La cifra che emerge dai bilanci consuntivi delle aziende sanitarie è meno pesante di quella preventivata. Anzi, sarebbe persino inferiore di circa 4 milioni rispetto ai conti dell'anno precedente. Ma per i direttori con maggiori perdite si preannuncia il benservito

La cifra sottolineata in rosso è meno pesante delle funeste previsioni che la scorsa estate avevano indotto, non senza ragioni, l’assessore Luigi Icardi a paventare il rischio di un nuovo piano di rientro per la sanità piemontese. Ma quei 157 milioni di disavanzo complessivo che risultano dai bilanci con i quali le aziende sanitarie hanno chiuso l’esercizio 2019, restano comunque una montagna di soldi. Un buco enorme, inferiore di appena 4 milioni rispetto a quello dell’anno ancora precedente.

Un numero che sarebbe stato decisamente più elevato se quei campanelli d’allarme, scattati con i dati trimestrali e le proiezioni che davano moltiplicatori capaci di far lievitare il rosso addirittura attorno ai 400 milioni, non avessero portato a imprimere una svolta nella gestione delle aziende, o almeno in una parte di esse. A conferma della situazione ad altissimo rischio, un anno fa proprio all’inizio di luglio era arrivata la sospensione per tre mesi e contestuale rivisitazione di tutti i piani aziendali.

Oltre alla stretta imposta nel secondo semestre dello scorso anno, a portare in molti casi a una contrazione del disavanzo rispetto alle previsioni ci sarebbe anche la decisa indicazione da parte degli uffici di corso Regina ai vertici della Asl affinché, contrariamente al passato, si tagliasse in maniera pesante sulle poste che abitualmente le aziende tengono in una sorta di riserva.

Tecnicalità, misure di contenimento dei costi e altre manovre in più di una circostanza hanno portato a ridurre anche ad un terzo il disavanzo rispetto alla cifra preventivata. E in alcuni casi questo compito è stato svolto da un commissario subentrato al direttore generale che nel frattempo aveva deciso di fare le valigie. Altri probabilmente le faranno a breve, proprio in conseguenza di quei bilanci che all’analisi mostreranno quel grave disavanzo per il quale la legge prevede la rescissione del contratto con i manager. Icardi ha annunciato la decisione entro la fine del mese. Numeri in corso Regina non se ne fanno, tantomeno nomi, anche se le aziende che potrebbero non finire l’estate con l’attuale vertice si conterebbero con le dita di una mano.

Detto che alla Città della Salute, così come alla Città di Torino i commissari, Giovanni La Valle e Carlo Picco, sono già arrivati nei mesi scorsi così come nell’azienda alessandrina guidata da Valter Galante, e il direttore dell’Asl To4 Lorenzo Ardissone ha deciso di lasciare il suo incarico, continua a tirare aria di tempesta su Vercelli dove l’assemblea dei sindaci ha sfiduciato Chiara Serpieri per la quale in assessorato si parla di “incompatibilità ambientale”, anche se dopo i durissimi attacchi della Lega, sarebbe più appropriato definirla politica. Per le si prospetta un imminente sfratto, o un trasloco nel caso il disavanzo che pari si aggiri sui 2 milioni e mezzo non giustificasse la drastica decisione.  

Attesa del verdetto sui bilanci anche per il direttore della Cuneo 1 Salvatore Brugaletta e per quello della To5 Massimo Uberti, pur se tutti i direttori generali sono di fatto sotto esame e in questi giorni, uno ad uno, varcano il cancello di corso Regina per incontri in cui discutere di numeri, ma anche di eventuali exit strategy nei casi in cui l’alternativa sarebbe il benservito della Regione, con tutto quel che ne potrebbe conseguire per entrambi le parti in causa.

È stato, nei giorni scorsi, proprio l’assessore a parlare apertamente di “formula di cortesia”, indicando in dimissioni spintanee la strada per quei direttori la cui permanenza al vertice delle aziende non potrà proseguire, anche se si tratta solo di mesi. In questi casi la scelta sarà quella di affidare l’Asl a un commissario. Scelta motivata dalla decisione di evitare contratti con scadenza diversa, provvedendo alla nomina di tutti i nuovi direttori la prossima primavera. Ed è a questo appuntamento che sta lavorando la commissione chiamata a predisporre, entro la metà di agosto, l’elenco regionale degli idonei a guidare le aziende sanitarie.

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