GIUSTIZIA

Astaldi, cade l'accusa di corruzione

Si è chiusa dopo due anni l'indagine sul concordato del colosso delle costruzioni. Per i commissari, tra cui il torinese Ambrosini, si alleggerisce la posizione. Intanto il Tribunale di Roma ha omologato la procedura, attestandone la regolarità

Si è chiusa l’inchiesta sul concordato Astaldi, iniziata nell’autunno del 2018, che ha visto coinvolti i tre commissari, Stefano Ambrosini, Francesco Rocchi e Vincenzo Ioffredi, in presunto concorso con l’attestatore del concordato Corrado Gatti (dimessosi alcuni mesi fa dal cda di Intesa Sanpaolo). Rispetto all’impostazione iniziale, la Procura ha fatto cadere l’accusa di corruzione in atti giudiziari, non avendone ravvisato gli estremi. Un mutamento di prospettiva rilevante e non scontato, che tuttavia potrebbe non bastare ai fini dell’archiviazione. I pm, infatti, hanno deciso, nell’avviso di conclusione delle indagini, di prospettare comunque la commissione di reati meno gravi quali il concorso in interesse privato e nell’istigazione alla corruzione. Analoga posizione è stata assunta in relazione a due commercialisti, Marco Costantini di Roma e Carlo Salvagnini di Rovigo.

Gli indagati hanno adesso termine per presentare memorie difensive al fine di evitare il rinvio a giudizio. In questo modo la Procura esclude definitivamente qualsiasi ipotetico coinvolgimento di magistrati romani (mai neppure indagati) nelle condotte oggetto di indagine, che avrebbe peraltro comportato il trasferimento dell’inchiesta a Perugia per competenza. Condotte di reato i cui contorni continuano a restare, a detta di parecchi addetti ai lavori, decisamente nebulosi.

La notizia arriva dopo che venerdì il Tribunale di Roma, all’esito della verifica della regolarità della procedura di concordato e dei risultati della votazione di creditori, ha pubblicato il decreto di omologa del concordato preventivo in continuità aziendale di Astaldi. Con il decreto di omologa, che è da ritenersi irrevocabile e con efficacia immediata, si conclude un iter complesso lungo circa due anni che sancisce il ritorno in bonis di Astaldi. E, nei fatti, sancisce la correttezza della procedura messa in atto dai commissari.

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