GRANA PADANA

"I furbetti del bonus si dimettano",
base della Lega in subbuglio

Militanti avviliti per i casi scoppiati a Palazzo Lascaris e in Senato. Dall'Ossola un durissimo j'accuse nei confronti del partito: "La sospensione a me non basta" dice il presidente del Consiglio comunale di Domodossola Valentini. E come lui la pensano in tanti

“Dovevamo essere diversi”. Si guarda indietro e gli tornano in mente le mutande verdi, Carlo Valentini, presidente del Consiglio comunale di Domodossola, un militante storico della Lega e amministratore locale che ora osserva con disgusto quanto accaduto a Palazzo Lascaris, dove due compagni di partito, Matteo Gagliasso e Claudio Leone, hanno chiesto il bonus Covid per le partite Iva di 600 euro, messo a disposizione del Governo per chi aveva un'attività colpita dagli effetti del lockdown, nonostante uno stipendio annuo più che dignitoso. “Un film già visto” dice, ricordando lo scandalo Rimborsopoli che colpì alle fondamenta la giunta di Roberto Cota e per questo chiede le “dimissioni” per i responsabili. “La sospensione dei due consiglieri – ha scritto sui social Valentini – a me non basta! È vero che non hanno violato alcune legge ma è eticamente e moralmente vergognoso che abbiano aderito a tale misura pur godendo del tutt’altro che esiguo emolumento per la loro carica elettiva. Come militante, chiedo che i soggetti interessati diano immediatamente le dimissioni dalla carica”. Un'uscita, per molti versi inusuale, in un partito dai tratti leninisti in cui portare all'esterno il dissenso non è concesso.

In Ossola, patria del capogruppo leghista in via Alfieri Alberto Preioni, Valentini è stato anche segretario di sezione oltreché amministratore. È in Lega da molto tempo, non solo uno che monta gazebo, anche se è lui stesso che si definisce innanzitutto un militante. Ed è proprio da attivista, “uno dei tanti avviliti per quanto accaduto”, che vorrebbe una punizione esemplare. Anche perché il malcostume è diffuso e va oltre i confini del Consiglio regionale, come ha dimostrato il caso della senatrice Marzia Casolati, pizzicata con le mani sui 1.500 euro del Riparti Piemonte nonostante un emolumento pubblico da oltre 11mila euro mensili. Per carità in tutti questi casi non c’è nulla di illegittimo, però… “La Lega è nata per combattere determinate cose, ma se quando ci sediamo al tavolo siamo uguali agli altri non va bene – dice Valentini allo Spiffero –. Quando si ricoprono ruoli istituzionali bisogna essere cristallini”. Su questi presupposti poggia la pesante richiesta e le non meno gravi critiche al suo partito: “La sospensione è un provvedimento abbastanza ambiguo, quasi un modo per attendere che si calmino un po’ le acque e lasciare tutto com'era. A me non basta”. 

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