OPERE & OMISSIONI

Tav, via alle opere compensative
ma mancano 60 milioni

Il Mit risponde alla Regione e conferma l'intenzione di andare avanti non solo sul tunnel di base. La palla passa nelle mani di Cirio. Per ora ci sono solo 32 milioni. Il governatore: "Così non va bene, l’accordo ne prevede quasi cento". Nessuna risposta sulla nomina del commissario

La Tav deve andare avanti, il come non è ancora chiaro. Non tanto sul tunnel di base, i cui appalti sono nelle mani di Telt, quanto sulle opere compensative per i Comuni della Valsusa e dell’area metropolitana torinese. Questa mattina il Ministero dei Trasporti ha scritto alla Regione Piemonte facendo seguito alla missiva inviata a maggio da Alberto Cirio in cui il governatore chiedeva subito la nomina di un commissario di governo per l’alta velocità fra Torino e Lione. A quanto pare, però, il ministro Paola De Micheli ha individuato proprio Cirio come suo interlocutore, investendolo della carica di commissario de facto. Nella lettera, a firma del direttore generale Enrico Maria Pujia, il Mit chiede alla Regione “di far pervenire al più presto (…) l’elenco delle opere” tenendo conto di un limite di spesa previsto dal Contratto di programma, 32 milioni, circa un terzo dei quasi cento milioni complessivi previsti per le opere compensative. Che fine hanno fatto gli altri?

Seppur sottotraccia e senza nessuna intenzione di indispettire ulteriormente l’area più intransigente del Movimento 5 stelle, l’esecutivo sembra voler andare avanti sulla strada della Torino-Lione, fugando – solo in parte – i dubbi di chi nei mesi scorsi lo ha accusato di lassismo. Nella lettera, infatti, viene confermato che le opere devono essere realizzate “per mezzo di apposite convenzioni da stipularsi fra Telt e/o la Regione Piemonte e gli altri enti interessati”. Dunque la palla ora è nelle mani di Cirio. A lui spetta inoltrare l’elenco dei lavori previsti e provvedere all’apertura dei cantieri. Ma come?

La risposta giunta dal dicastero di Porta Pia oltre tre mesi dopo la prima lettera del governatore piemontese (un sollecito era stato inoltrato a luglio) è la dimostrazione che senza un’interfaccia governativa sul territorio è difficile procedere celermente con i lavori e il tentativo del Governo di passare la palla nelle mani della Regione sembra più che altro un modo pilatesco di lavarsene le mani piuttosto che una reale intenzione di premere sull’acceleratore. “Ben vengano i 32 milioni – dice Cirio allo Spiffero – ma innanzitutto faccio notare che l’accordo ne prevede quasi cento e quindi vorrei sapere cosa intende fare il Governo sugli altri 57 milioni. Mi spiace inoltre che il ministero non fornisca chiarimenti sulla nomina del commissario, una figura che c’è sempre stata e che io chiedo solo di rinnovare non di creare ex novo”.

Se i 32 milioni cui fa riferimento il Mit, infatti, sono già stati “individuati, definiti e deliberati – prosegue Cirio – gli ulteriori 57 sono scritti su un foglio e a oggi non abbiamo conferma della loro disponibilità”, altri 9 erano stati precedentemente stanziati ma mai certificati e anche di quelli non si hanno tracce. A ciò si aggiunga che l’esecutivo è ancora fermo per quanto riguarda la tratta nazionale dell’opera. “A oggi – spiega l’ultimo commissario di Governo, ormai scaduto, Paolo Foietta – noi non abbiamo la Torino-Lione ma la Bussoleno-Lione perché il collegamento tra Bussoleno e il capoluogo non è ancora stato progettato. Il piano dell’ex ministro Delrio, del 2017, doveva essere progettato da Ferrovie, ma poi il suo successore, Danilo Toninelli, ha bloccato tutto e il rischio ora è che, in contrasto con gli accordi internazionali sottoscritti, non possa essere utilizzato per i limiti strutturali della linea, tagliando fuori Torino dal traffico merci moderno”.

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