REGIONE

"Sei assenteista", "ma stai zitta". Sberloni tra le amazzoni di Cirio

Le assessore Caucino (Lega) e Chiorino (FdI) se le danno di santa ragione. Entrambe di Biella litigano sul tentato cambio del vertice dell'Asl, ma le due non si sopportano proprio. E così tra accuse e stilettate velenose danno uno spettacolo un tantino indecoroso

Sono entrambe della provincia dove si tesse, ma Elena Chiorino e Chiara Caucino mostrano più dimestichezza a far volar gli stracci e ad aprire strappi nella giunta regionale di cui fanno parte e che adesso Alberto Cirio dovrà provare a rammendare. Altro che quote rosa, qui si si sono raggiunte vette di attacchi reciproci con toni di cui si ha scarsa memoria.

All’origine dello scontro tra le due assessore biellesi, una di Fratelli d’Italia e l’altra della Lega, c’è la questione di dove sistemare l’attuale direttore generale dell’Asl di Vercelli Chiara Serpieri, la cui testa è stata chiesta dal parlamentare velsesiano della Lega Paolo Tiramani, e il fallito blitz tentato nell’ultima giunta di sistemare la manager all’Asl di Biella. Il fuoco di sbarramento arrivato da Michele Mosca, consigliere regionale leghista eletto nella provincia scelta per il trasloco della Serpieri, così come la dura reazione del sindaco del capoluogo Claudio Corradino (quello della genuflessione al cospetto di Matteo Salvini), sono fatti noti e motivo del ripensamento che dovrebbe portare altrove (probabilmente a Torino al Dirmei) la manager.

Ma chi, a partire dal governatore, s’illudeva di aver superato la buriana si è dovuto presto ricredersi. Il duello a distanza tra le due amazzoni del governatore, nelle ultime ore, si è fatto cruento. La sorella d’Italia Chiorino nei giorni scorsi aveva accusato la collega leghista di aver avallato l’approdo di Serpieri a Biella senza ascoltare il territorio.

Accuse che la leghista Caucino non tarda a definire “inqualificabili”. In una nota spiega: “Non sono estensore di alcuna proposta che ipotizzi scenari improbabili o mortificanti che vadano a detrimento del Biellese, né di “commissariamenti”. Le valutazioni e le scelte conseguenti vengono assunte sempre in modo concorde e collegiale dall’esecutivo regionale, in questo caso ovviamente su indicazione dell’assessorato alla Sanità, posto che io rivesto il ruolo di assessore al Welfare”. Quindi la stoccata alla collega: “A differenza sua, venerdì scorso presenziavo regolarmente alla seduta della giunta nella quale i presenti hanno affrontato il tema delle posizioni commissariali attualmente in essere presso le Asl piemontesi. Non vorrei invece dover ritenere che l’assenteismo sia la cifra stilistica della collega che, a giudicare dalla cronaca giornalistica, risulta spesso in altre faccende affaccendata”.

La miccia ormai è accesa e le esplosioni si susseguono. “Non mi interessa chi urla e strepita perché è rimasta con il cerino in mano – ribatte l’assessore di FdI –. La Caucino voleva calare dall’alto un “commissariamento” a Biella. Lei ha forzato la mano. La sottoscritta, con i parlamentari Andrea Delmastro e Roberto Pella, il sindaco Corradino, il consigliere Mosca e il territorio tutto hanno difeso l’Asl da scelte che ora vengono puntualmente rimangiate da colei che le ha proposte”.

E non è tutto. “È rimasta con il cerino in mano – dice Chiorino della Caucino – e ora strepita? Pazienza! Ha vinto il territorio, ha perso lei che fino a ieri sosteneva che sono scelte della Regione... punto e basta! Il presidente Cirio ha chiesto che venisse ascoltato un territorio e così è stato. Lei se ne faccia una ragione. Il resto sono polemiche isteriche e sterili di chi non ha ancora imparato la regola aurea in politica: quando vieni asfaltato, non strepitare che ottieni il solo effetto di rimarcare la sconfitta. Ha vinto il territorio Biellese. La Caucino si tenga le pive nel sacco”.

Non c’è che dire, le due “assessore” hanno surclassato una fila di colleghi maschi nel mostrare i denti serrati sul coltello, senza risparmiarsi attacchi. Visto il carattere di entrambe nessuno se le sarebbe potute immaginare quiete con ago e filo. Quello, adesso, è il lavoro per Cirio.

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