PALAZZO LASCARIS

Voucher scuola, Chiorino fa scena muta

La Regione Piemonte non ha le risorse per soddisfare tutte le domande degli idonei e molte famiglie resteranno a bocca asciutta. Sulla ripresa delle lezioni restano i dubbi sui protocolli sanitari. L'assessore, interrogata, non risponde

Hanno scialacquato risorse da quando è finita l’emergenza sanitaria, distribuito soldi e bonus a ogni categoria, dai tatuatori alle sale da ballo, dai ristoranti ai rifugi montani, dalle discoteche ai taxi, dagli agriturismi ai centri estetici e ora che la sbornia è finita la Regione Piemonte si riscopre senza un quattrino per la scuola. O meglio per quelle famiglie che hanno chiesto il buono scuola, cioè il contributo pubblico destinato ai nuclei meno abbienti per l’acquisto dei libri di testo, il materiale didattico e i trasporti (si va da un minimo di 75 a un massimo di 500 euro). Le domande sono quasi raddoppiate, passando da 55mila a oltre 90mila e in piazza Castello mancano oltre 13 milioni (sarebbero 15 addirittura secondo alcune stime) per soddisfare tutti gli idonei. Lo ha detto chiaramente l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano che in aula ha risposto alle interrogazioni delle opposizioni sui voucher fornendo una serie di giustificazioni in cui di fatto ha confermato che no, altre risorse a ora non ce ne sono. E così ora che gli effetti della crisi economica si fanno sentire sulle spalle delle famiglie la Regione non può intervenire.

Il capogruppo di Liberi uguali verdi, Marco Grimaldi punta il dito contro l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino: “Il boom di domande per il voucher scuola era prevedibile, glielo avevamo annunciato diversi mesi fa”. Nessuna risposta anche sui contributi per chi è iscritto alle scuole paritarie: sono 3.705 le domande d’iscrizione e frequenza accolte rispetto alle 2.928 dello scorso anno scolastico, “ma di queste soltanto 3.164 risultano finanziate” sottolinea Silvio Magliano (Moderati). Per l’iscrizione e la frequenza il contributo previsto è tra 950 e 2.150 euro.

È una giunta in disarmo quella che si è presentata oggi a Palazzo Lascaris sul tema scuola, l’assessore Chiorino non risponde alle domande dei consiglieri, poi sparisce e al suo rientro in aula fa scena muta. Grimaldi la canzona – “assenteista” – rispolverando l’epiteto che le aveva affibbiato pochi giorni fa nientemeno che la sua collega di giunta Chiara Caucino. Sui termo scanner – “abbiamo stanziato 500mila euro” dice Chiorino – non si sa quando saranno acquistati e distribuiti (le lezioni in molti istituti sono già iniziate e lunedì prossimo apriranno tutte le scuole). “La temperatura dovrà essere misurata solo nelle scuole d’infanzia o anche alle elementari, medie e superiori?” chiede Grimaldi. Il rischio assembramenti potrebbe essere particolarmente alto per istituti che arrivano a superare i mille studenti se ognuno di essi dovrà fermarsi al cospetto del termometro. Nessuna risposta. “Chiorino si limita a comprare i termometri, e non sa nemmeno quando potrebbero arrivare e cosa farne” è l’accusa di Grimaldi.

“Per garantire la sicurezza degli alunni, degli insegnanti e di tutto il personale scolastico occorre una rigorosa osservanza di quanto stabilito nei protocolli sanitari, e bisogna fare chiarezza su come procedere qualora si verifichi un caso positivo o si riscontri la febbre – rincara la dose il capogruppo dem Raffaele Gallo –. Per questo, è fondamentale il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri, affinché i responsabili scolastici e le famiglie non vengano lasciate sole nel gestire situazioni complesse e che comprensibilmente potrebbero creare allarme e preoccupazione”. 

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