SANITA'

Vaccino anti-influenzale,
il Piemonte ne avrà di più

La Regione ha già incrementato le dosi dell'anno scorso e ora sono 1,1 milioni. Le farmacie avranno non meno dell'1,5% di questa quota. L'assessore Icardi: "Priorità a over 65 e immunodepressi"

Il vaccino anti-influenzale arriverà anche alle farmacie, nella misura dell’1,5 per cento del quantitativo spettante al Piemonte. Il resto rimarrà nella disponibilità del sistema sanitario pubblico, per dare copertura alle fasce della popolazione a rischio. Ad assicurarlo è l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, parlando in Consiglio regionale. Si tratta, ha detto Icardi, di una quota minimale che potrebbe salire. Il tema è stato sollevato in apertura di seduta dal consigliere di opposizione Mario Giaccone (Lista Monviso), farmacista, che si è detto preoccupato del fatto che a fronte delle circa 800mila dosi acquistate dalle farmacie italiane lo scorso anno, quest’anno per il libero mercato se ne prevedono solo circa 250mila, giacché gran parte dell’approvvigionamento è stato opzionato dalle regioni per coprire tutti i pazienti a rischio, viste quest’anno le complicanze legate al coronavirus e alla necessità di evitare ricoveri per banali influenze. “A causa della pandemia da Covid – ha detto Icardi – quest’anno c’è a livello mondiale un incremento nel numero di persone che vogliono vaccinarsi, il che a fronte dei limiti oggettivi della capacità produttiva crea una scarsità. Ma il Piemonte lo scorso anno ha avuto 720 mila dosi, e quest’anno ne abbiamo acquistate in gara 1,1 milioni. Il settore pubblico è privilegiato perché deve vaccinare per legge le categorie a rischio, come gli immunodepressi e gli over 65”.

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“Ma se il sistema pubblico accaparra tutto il disponibile – ha aggiunto – si crea il problema che un cittadino non trova il vaccino in farmacia. Il ministro Roberto Speranza ha chiesto allora in Conferenza Stato Regioni la cessione di una quota del quantitativo acquistato dalle Regioni. Aveva chiesto inizialmente il 10%, ma è stato bocciato perché avrebbe compromesso le dosi necessarie per garantire i Lea. L’intesa siglata proprio ieri prevede di dare alle farmacie 1,5%, il che equivale a 250mila dosi a livello nazionale, di cui circa 50 mila in Piemonte”. “La quota dell'1,5% - ha osservato - potrebbe però essere implementata: abbiamo fatto richiesta di acquisire il cosiddetto sesto quinto, ovvero il 20 % in più previsto in ogni gara, che il venditore è tenuto a dare a fronte di necessità. E abbiamo chiesto al Governo e all’Aifa un impegno specifico sul fatto che le dosi siano effettivamente consegnate. E soprattutto l’impegno, su richiesta della Lombardia, a sbloccare le dosi ferme in giro per il mondo. Il tutto a fronte dell'impegno fornire il vaccino alle farmacie per il libero mercato. Se l’impegno sarà mantenuto, mi sento di dire che potremo fornire alle farmacie quanto chiedono”.