AMBIENTE & POLITICA

"Tre nuovi inceneritori in Piemonte"

Il termovalorizzatore del Gerbido non è più sufficiente. Esportare i rifiuti in altre regioni o all'estero è sempre più oneroso per le casse pubbliche. L'assessore Marnati: "Servono altri impianti". Intanto Trm attende che Appendino designi il presidente

“Al Piemonte servono due, meglio ancora tre, nuovi termovalorizzatori per evitare di continuare a spendere molti soldi esportando in altre regioni e addirittura all’estero i rifiuti”. Matteo Marnati, assessore regionale all’Ambiente, punta l’indice contro quell’export costoso e obbligato indicando la strada che porta alla costruzione di nuovi inceneritori, ma che come è facilmente immaginabile si presenta tutt’altro che in discesa. La conferma è arrivata non appena l’assessore intervenendo al Festival dell’economia circolare ad Alba ha sostenuto che un solo impianto, quello di Trm al Gerbido, non è più sufficiente. Dai Cinquestelle, il partito che esprime il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, irremovibile sulla linea del no ad ogni nuovo termovalorizzatore, una reazione tanto immediata quanto dura: “La proposta dell'assessore regionale è anacronistica, dettata – scrive il consigliere regionale grillino Giorgio Bertola – da una visione vecchia dell'ambiente e della gestione del ciclo dei rifiuti”.

Ovvio che destino maggiore preoccupazione i veti del Governo, rispetto ai no (peraltro scontati) del M5s nell’ambito di un processo decisionale che l’amministrazione di centrodestra sembra intenzionata ad avviare sul tema, anche se i ragionamenti sono ancora nella fase generale e la stessa definizione del numero esatto dei termovalorizzatori che serve al Piemonte e la loro capacità attengono a passaggi successivi.

“Quel che è certo è che se la nostra regione, per fortuna non vive un’emergenza e sta procedendo bene sulla via della raccolta differenziata con un aumento costante di circa due punti percentuali all’anno – spiega Marnati allo Spiffero – ma è altrettanto vero che dobbiamo agire per essere autosufficienti nel trattamento dei rifiuti, invertendo una rotta che oggi porta a spese e che con nuovi impianti produrrà ricavi”. Anche in questo caso non bisogna cercare lontano la conferma: lo scorso anno Trm ha fatto utili per 19 milioni di euro, oltre ad aver risolto il problema di trattare oltre 500mila tonnellate di rifiuti e farne risparmiare 80mila di petrolio per il riscaldamento. All’utopia del riciclo totale, Marnati oppone la soluzione concreta che a regime eviterebbe al Piemonte di doversi rivolgere alla Lombardia, ma anche alla Germania, così come all’Emilia-Romagna con tutti i costi che ne conseguono.

“Attualmente il conferimento in discarica riguarda il 18% dei rifiuti prodotti sul territorio regionale e la soglia fissata a livello europeo da non superare entro il 2035 è del 10, mentre dal 2023 la raccolta differenziata dell’organico sarà obbligatoria. Con queste prospettive, pur essendo già abbastanza virtuosi, dobbiamo prendere atto che un solo termovalorizzatore non basta più e, quindi, prevedere la costruzione di altri”.

Due il numero minimo indicato dall’assessore: “Uno nel Sud della regione, vicino alla Liguria e un altro nell’area delle province di Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, ma credo che prevederne tre non sarebbe esagerato”. Almeno uno dovrebbe essere predisposto per poter smaltire anche i rifiuti ospedalieri, che oggi prendono la via per l’Emilia-Romagna. Marnati guarda alle risorse del Recovery Fund e ad altre risorse per investimenti strutturali e strategici nell’impiantistica del ciclo dei rifiuti, ma non dimentica di ricordare come siano “molti gli interessamenti di grandi gruppi anche a livello internazionale” pronti a realizzare e gestire i futuri termovalorizzatori. Attualmente il Piemonte produce circa 2 milioni 170mila tonnellate di rifiuti, di cui 842mila di indifferenziato a sua volta solo per la metà utilizzato per produrre energia.

“Gli inceneritori non risolvono il problema dei rifiuti. – ribatte a distanza il grillino Bertola –. Abbiamo un quadro impiantistico di incenerimento saturo e in altre regioni la capacità di combustione dei rifiuti è addirittura eccessiva e sovradimensionata. Prima di tutto la prevenzione, poi il riuso, poi il riciclo e solo in ultima analisi dovrebbe essere discussa la possibilità della combustione. Marnati – spiega il consigliere regionale, già candidato governatore per il M5S – dovrebbe pensare prima a come raggiungere gli obblighi di legge di almeno il 65% di raccolta differenziata su tutto il territorio. Inoltre, come ripetiamo da anni, sono sempre più numerosi gli studi scientifici che dimostrano come gli inceneritori siano tra gli impianti più pericolosi per la salute dei cittadini”.

Sempre dai Cinquestelle, in questo caso dalla sindaca Chiara Appendino che lo scorso anno ha incamerato nelle casse del Comune una cedola del pacchetto azionario di Trm di poco inferiore ai 4 milioni di euro, un’altra frenata. Stavolta riguarda la presidenza della società che gestisce il termovalorizzatore. Da oltre otto mesi Trm è senza presidente.

Dalla Regione è stato suggerito alla sindaca un nome, quello di Sandro Baraggioli, attuale presidente di Confservizi Piemonte e già a capo di Asm Vercelli e di Atena. Appendino ha risposto che lei un nome ce l’ha, ma fino ad ora non lo ha fatto, lasciando senza vertice la società che gestisce l’impianto, gallina dalle uova d’oro al pari (ma con cifre assai maggiori) della discarica di Baricalla da cui ogni anno arrivano nelle casse della Regione “i soldi per pagare tutto il personale di Finpiemonte”, come ricorda Marnati. Per lui, e ovviamente per la maggioranza al governo della Regione, questo è il momento di “pensare seriamente a progettare nuovi impianti. Per realizzare un termovalorizzatore, se si è bravi e non si perde tempo, ci vogliono almeno cinque anni”. Sempre che lungo la strada non si trovino troppi ostacoli. Guardando al Governo e ricordando il “basta inceneritori” pronunciato dal ministro pentastellato Costa, l’eventualità sfiora la certezza.

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