FASE 3

La Regione esce dal lockdwn, rientra un dipendente su tre

A ottobre fine dello smart working per un migliaio di impiegati, funzionari e dirigenti. L'assessore Gabusi: "Più operativi nei servizi rivolti alla cittadinanza e ne beneficerà anche l'indotto", cioè bar e ristoranti del centro di Torino

Saranno 1000, su un totale di circa 3000, i dipendenti regionali che da ottobre rientreranno a lavorare in presenza. La situazione epidemiologica e la riorganizzazione del personale per l’emergenza consentono infatti di ripopolare gli uffici regionali di 100 tra dirigenti, direttori e 900 tra posizioni operative e alte professionalità, a cui si aggiunge il 50% in presenza del personale dipendente non dirigente, mentre il restante 50% proseguirà con formule di smart working che consentono comunque di lavorare in presenza uno o più giorni della settimana. I calendari delle presenze negli uffici saranno regolati dai direttori di ogni settore.

“È stata mantenuta la promessa di far rientrare quanto prima più personale possibile, sempre nel pieno rispetto delle condizioni di tutela e di sicurezza della salute dei lavoratori – afferma l’assessore al Personale Marco Gabusi –. La decisione è stata presa con l’obiettivo di tornare a essere più operativi nei servizi rivolti alla cittadinanza garantiti proprio dalla presenza fisica, che in molti frangenti può fare la differenza rispetto a una gestione da remoto. Poter riavere, inoltre, tutti i direttori, i dirigenti e le funzioni più alte sempre presenti garantirà l’ottimale presidio delle funzioni di coordinamento e di indirizzo e potrà dare un notevole impulso alle attività di ciascuna struttura, mentre una maggior presenza di tutte le altre funzioni fluidificherà i processi e le fasi applicative delle attività. Da non sottovalutare, infine, l’impatto economico che mille persone possono portare alle attività dell’indotto”.

Da tempo alcuni assessori lamentavano la difficoltà nel mandare avanti la macchina burocratica con gli uffici vuoi. L’ultimo riferimento neanche troppo velato alla questione è stato dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi che durante la prima seduta della sottocommissione di indagine sul Covid ha puntato il dito contro quelle “difficoltà incontrate ancora oggi per avviare i concorsi per la copertura dei posti vacanti e ottenere più personale”. Senza farne il nome, il riferimento alla direzione retta da Paolo Frascisco è risultato fin troppo evidente. Anche quando Icardi ha messo sul tavolo la questione dello smart working e il difficile rapporto con la burocrazia regionale e i sindacati: “Purtroppo ancora oggi siamo al 70 per cento del personale che lavora da casa e non sempre, per usare un eufemismo, questo risulta uguale a quello svolto in ufficio, ma l’assessore non ha potere su queste decisioni che spettano ad altri e che spero vengano presto riviste. Nel frattempo sopperiamo utilizzando risorse delle aziende sanitarie, ma ovviamente si tratta di un ripiego temporaneo e non certo esaustivo”.

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