ECONOMIA DOMESTICA

Con il Covid si tira la cinghia

Si riducono i consumi delle famiglie torinesi nei primi sei mesi dell'anno e tornano ai livelli del 2015. Aumentano gli acquisti on line, ne fanno le spese i piccoli negozi di vicinato. Pesa la riduzione del reddito. L'indagine della Camera di Commercio

Nel primo semestre 2020 i consumi delle famiglie torinesi sono tornati ai livelli del 2015. Lo dice una indagine della Camera di Commercio del capoluogo piemontese, secondo cui fra gennaio e giugno 2020, otto famiglie su dieci hanno ridotto le spese, in particolare quelle riguardanti vacanze, pasti fuori casa e tempo libero. C’è poi un 8% di famiglie (che sale al 26,7% fra i nuclei monoparentali) che ha dovuto tirare la cinghia e ridurre anche le spese necessarie. Solo il 18,8% ha dichiarato di riuscire a risparmiare parte del reddito famigliare (era il 33% nel primo semestre 2019). Quasi dimezzata la quota di reddito accantonata per il risparmio famigliare: è il 3,5% a fronte del 6,2% dei primi sei mesi del 2019.

Tra le principali motivazioni che hanno portato ad una riduzione degli acquisti, oltre all’aver avuto meno occasioni di spesa (il 71,9% delle risposte), al secondo posto si colloca una riduzione del reddito familiare (il 20,6%). Sale al 45% la preferenza verso super e ipermercati (nel 2019 era 40%), mentre è in calo la frequentazione di negozi di vicinato (dal 26,8% al 21,5%). Come previsto, invece, aumenta il peso degli acquisti online che salgono dal 3% al 4,8%.

I nuclei familiari che non ne fanno mai uso scendono dal 60% al 41% e, in parallelo, è cresciuta la quota di famiglie che vi ricorrono qualche volta o spesso, passando complessivamente dal 30% al 42%. Cresce anche l'acquisto di beni di seconda mano scelto frequentemente dal 28% delle famiglie (16% nel primo semestre 2019).

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