Lo Stato dà, lo Stato toglie

Lo Stato italiano ha stanziato dei fondi per incentivare gli italiani ad andare in vacanza affinché il settore turistico non venga completamente affossato. Come altri provvedimenti è stato pubblicizzato tanto, ma accedere ai fondi non è particolarmente facile perché richiede una procedura complessa. La scelta di una procedura complessa determina una minore erogazione di fondi perché molte persone non saranno in grado di capirla e rinunceranno facendo risparmiare soldi allo Stato. Altri ancora si stuferanno delle complicazioni e non si sforzeranno di richiedere i fondi. Ovviamente la scelta di una procedura complessa, dietro la retorica della lotta agli abusi, è fatta apposta per dichiarare un obiettivo ambizioso di fronte ai cittadini e poi nei fatti distribuire pochi spiccioli. Una soluzione semplice sarebbe stata quella di portare in detrazione la fattura del soggiorno effettuato nella dichiarazione dei redditi senza ulteriori complicazioni.

A questo si aggiungono comportamenti quanto meno sospetti da parte dello Stato. Quest’estate, sulle principali tratte autostradali, sono stati posizionati degli autovelox in maniera fin troppa sospetta. Le corsie autostradali sono state ristrette per presunti lavori e i limiti di velocità abbassati a 50 o 60 chilometri orari e proprio in quei punti in cui la velocità è minima sono stati posizionati gli autovelox in modo tale che il povero automobilista che vada a 60/70 chilometri orari in totale sicurezza venga colpito da una bella multa. In autostrada con due corsie il limite di 50/60 chilometri orari è veramente difficile da rispettare e tutto sembra predisposto non per motivi di sicurezza, ma con il solo obiettivo di fare multe e raggranellare un po’ di soldi. Da un lato si spingono i cittadini ad andare in vacanza, dall’altro lato si multano mentre si recano o tornano dai luoghi di vacanza. Con una mano si dà, con l’altra si riprende. Il dubbio è legittimo perché gli autovelox sono stati posizionati nei tratti a più bassa velocità e non in quelli a velocità moderata dove l’automobilista non avrebbe problemi a non incorrere in multe. Siamo costretti a credere alla buona fede dei controlli, perché non ci è dato sapere gli scopi ultimi dell’azione degli apparati statali. Da notare come il posizionamento degli autovelox in autostrada da parte delle forze dell’ordine evidenzia chi è il reale proprietario delle vie di comunicazione, ovvero lo stato italiano che si limita a volte a darle in affitto dietro il pagamento di un canone.

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