REGIONE

Idroelettrico, "Critiche infondate,
legge a prova di impugnazione"

Oggi arriva in aula il testo sulle concessioni. L'assessore Marnati replica alle accuse dei parlamentari Pd Borghi e Lepri. "Decideremo se e come la Regione parteciperà alle gare". Tra i criteri stabiliti per l'aggiudicazione delle centrali anche opere compensative per i territori

Il testo sulle concessioni idroelettriche che approda oggi in aula “è a prova di impugnazione”, assicura Matteo Marnati, assessore all’Energia e padre di questa riforma che ha la sua madre nella norma scritta da Giancarlo Giorgetti all’epoca del Governo gialloverde che trasferisce dallo Stato alle Regioni. “La mano sul fuoco, però, non ce la metto”, si affretta a precisare l’assessore leghista indicando il rischio che la legge, definita enfaticamente “storica” dal capogruppo del suo partito Alberto Preioni, incocci la politica piuttosto che il diritto.

Per mettersi il più possibile al riparo dal dito alzato del ministro Francesco Boccia, ultimamente piuttosto attivo nel sollevare il conflitto di attribuzione su norme varate dal Piemonte, “abbiamo emendato in più punti lo schema iniziale, guardando a quegli articoli della legge della Lombardia, impugnati dal Governo”, spiega Marnati. Un precedente utile, quello lombardo, non solo per essere preso a modello – “con un copia incolla”, per i detrattori che non perdono l’occasione di indicare il centrodestra al governo del Piemonte sempre a traino del Pirellone – ma anche per cercare di evitare di farsi bocciare la norma dalla Corte Costituzionale. Se tutto andrà liscio si vedrà. Intanto oggi prende avvio la discussione generale del testo e l’assessore che lo ha proposto ribatte punto su punto alle critiche che in questi giorni (ma già anticipate da tempo) sono piovute dal Pd, in particolare dal deputato Enrico Borghi, cui si è aggiunto il collega Stefano Lepri.

Prima ancora, però, Marnati rimarca quello che per il suo partito è l’aspetto politico della riforma e mette, con il passaggio delle concessioni dallo Stato alle Regioni, il sigillo dell’autonomia, totem e mantra leghista. “La Regione diventa proprietario e gestore delle centrali, questa è l’autonomia”. Ma gli attacchi ricevuti da Borghi e Lepri a Marnati non gli vanno giù e apre le dighe a dati, circostanze e omissioni: “In Piemonte ci sono concessioni scadute da vent’anni, vent’anni senza fare nulla e la colpa chiaramente è dello Stato, del tutto inefficiente. Per questo si è deciso di dare le concessioni in gestione alle Regioni. Cos’anno fatto i governi di centrosinistra? Nulla. Le Regioni in meno di un anno si stanno dotando di una legge. Questa la differenza. E loro – dice riferendosi ai parlamentari del Pd – se la prendono con la Regione perché è efficiente”.

Le stesse accuse di voler fare uno spezzatino di tante piccole società miste pubblico-private con all’interno la Regione, in quel caso concendente e concessionaria, per Marnati “è solo una delle ipotesi che saranno valutate sotto il profilo economico e finanziario”. Per dirla più chiaramente: “Noi abbiamo previsto tante possibilità, perché in questo momento è difficile, anche per la resistenza opposta dai concessionari, conoscere lo stato dei singoli impianti e l’eventuale necessità di interventi che magari, chi le ha in gestione e ha la concessione scaduta e prorogata o in scadenza difficilmente ha fatto”.

Di fronte alle necessità di ingenti investimenti la Regione si guarderebbe dall’entrare, sia pure insieme a soggetti privati, come concessionario, “in altre situazioni, invece, questa strada potrebbe portare a realizzare importanti utili”. La stessa contestazione del Pd sulla parcellizzazione, viene rigettata da Marnati che lascia aperta anche la porta a un possibile accorpamento di tutte le concessioni. “E’ tutto ancora da decidere. Adesso stiamo predisponendo le regole, poi quando avremo una mappatura concreta degli impianti, si faranno analisi tecniche che dovranno essere alla base delle scelte politiche”.

Esaurito l’iter in commissione, emendata in più punti per evitare l’impugnazione, avviata oggi la fase della discussione generale, il ddl potrebbe diventare legge nel giro di un mese. Poi, secondo le previsioni di Marnati, ci vorrà circa un anno per effettuare le prime gare. “E nei bandi non saranno previsti solo i canoni, ma anche opere compensative per i territori, dal rifacimento di strade ad altri interventi e anche in questo sta la grande opportunità per i territori, principalmente per quelli montani”. Un altro benefit, che però viaggia a livello normativo in maniera autonoma e sarà affrontato entro la fine dell’anno, “riguarda una quita di energia gratuita, per un valore di circa 8 milioni di euro all’anno, che la Regione dovrà decidere come destinare, se a strutture come scuole e ospedali, oppure monetizzare vendendola”. Accelerare il più possibile sulla nuova legge e sulle gare, per la Regione “equivale a produrre investimenti che fino ad oggi, tra concessioni scadute e prorogate e altre in scadenza nel 2029, nessuno ha fatto escludendo così anche la possibilità di utilizzare nuove tecnologie capaci di produrre più energia con meno impiego di acqua”.