EMERGENZA ALLUVIONE

Cirio: "Ora basta con le toppe"

Il governatore nelle terre martoriate dall'alluvione. "Occorrono interventi strutturali che risolvano le situazioni una volta per tutte". Dopo i comuni della Granda sopralluoghi nelle province di Biella, Novara e Vercelli. Martedì a Roma con il ministro Lamorgese - VIDEO

“È finito il tempo di mettere toppe e tamponi, è arrivata l’ora di interventi strutturali”. Davanti agli occhi del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in valle Tanaro (nel Cuneese) per visitare i paesi colpiti dall’alluvione dei giorni scorsi, il solito quadro che si presenta dopo ogni calamità atmosferica. «L’impressione è quella che ho già avuto ieri, confermata anche oggi da quello che vedo e dalle relazioni dei sindaci e della Protezione civile. Quello che mi lascia particolarmente sorpreso è che ovunque io vada mi viene detto “qui l’acqua è già uscita nel 2016”, “qui l’acqua è già uscita nel 1994”, e quindi mi viene da chiedermi quali sono stati i benefici degli interventi che sono stati fatti in passato». Una serie infinita e più o meno efficace di rattoppi che si squarciano alla calamità successiva.

«Credo che sia finita l’ora del mettere le toppe e i tamponi, oggi è l’ora di fare degli interventi strutturali che possano risolvere le situazioni una volta per tutte – ha spiegato il governatore a Garessio portando ad esempio il caso dello stabilimento dell’industria chimica Huvepharma –. Se voi pensate che qui abbiamo un ponte che è a monte dell’azienda più importante, a livello di occupazione, di questa valle, un’azienda che ha 200 dipendenti che vivono in questa valle, che si trova a dover patire oggi quello che ha patito qualche anno fa nella stessa situazione, perché il ponte non tiene il passaggio dell’acqua, fa diga, poi la diga esplode e succede quello che sta succedendo. Il problema che dobbiamo affrontare è quello: basta toppe ma interventi strutturali seri che vengano fatti una volta per tutte».

Cirio che dopo il giro domenicale tra le terre martoriate in provincia di Cuneo (Ceva al ponte Oratorio Borsi, Garessio al ponte Odasso, Ormea, Lisio, Pamparato e Limone in valle Vermenagna) proseguirà con i sopralluoghi nelle province di Biella, Novara e Vercelli, ha annunciato di aver già sentito il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: «La incontrerò martedì mattina alle 10.30 a Roma le porterò una prima stima dei danni e soprattutto le dirò che è necessaria una regia istituzionale che risolva i problemi. A me poco importa che ogni volta mi venga detto che una strada è del Comune, della Provincia o dell’Anas. È sempre colpa di quello che non c’è. Ora basta, risolviamo il problema una volta e per tutte». Poi un appello pressante al Governo: «Il Piemonte non è abituato a chiedere, ma oggi chiede perché lo Stato ci deve essere. Lo stato di emergenza prima arriva meglio è, spero il Consiglio dei ministri lo dichiari già domani. I danni sono tanti e gravi e da soli non ce la facciamo. Entro domani sera faremo una stima dei danni, sia dalla parte pubblica che dalla parte privata».

Intanto la Protezione civile della Regione ha censito in 108 i comuni piemontesi che hanno subito danni dall’alluvione, quasi un decimo del totale. I volontari attivi sui cantieri aperti per il ripristino delle opere danneggiate sono 1360. Ancora numerose le utenze senza corrente elettriche. Enel ne ha comunicate 2.700 nel Verbano-Cusio-Ossola, 2.360 in provincia di Vercelli; 1.500 in provincia di Cuneo, 1.000 in provincia di Biella, 240 in provincia di Novara, 180 in provincia di Torino, 13 nell’Alessandrino. Finora, la Protezione civile regionale ha inviato ai Comuni che ne hanno fatto richiesta 420 sacchi di sabbia, una torre faro (a Pray Biellese), 6 minipale, 19 moto pompe per acqua e fango, diversi autoveicoli per la sorveglianza dei corsi d’acqua e dei punti critici. Forniti inoltre 180 metri di barriere anti inondazione a Casale Monferrato e un gruppo elettrogeno a Limone Piemonte.

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