Primarie con il Covid, la paura contagia il Pd
16:30 Lunedì 05 Ottobre 2020Le consultazioni del centrosinistra per il sindaco di Torino traballano. Mercoledì il tavolo di coalizione. Lettera di Lavolta ai segretari Furia e Carretta con l'invito ad "accelerare"
La seconda ondata del Covid, che tra qualche settimana potrebbe raggiungere il picco, e l’inerzia di quei maggiorenti che vogliono circoscrivere la pratica ai tavoli nazionali, evitando la roulette russa di una conta interna, mettono a rischio le primarie torinesi del centrosinistra. Mai come in questo caso le criticità tecniche s’intrecciano con desistenze politihe e il maledetto virus potrebbe trasformarsi nel principale alleato di quanti, al Nazareno ma non solo, preferirebbero arrivare a una decisione seguendo i canoni tradizionali delle trattative tra i partner della coalizione e, per i più arditi, negoziando la decisione con l’attuale alleato di governo, il Movimento 5 stelle.
È innegabile: allestire gazebo in città, quando il termometro è sottozero e con la pandemia che galoppa sarà impresa titanica, il rischio di strumentalizzazioni dal fronte (o dai fronti) avversi è reale. Ma allora che fare? Con la direzione regionale di una settimana fa e l’approvazione del regolamento l’iter è partito. Mercoledì il segretario subalpino Mimmo Carretta incontrerà gli altri partiti della coalizione per individuare tempi e modalità di indizione delle consultazioni. Intanto uno dei concorrenti in pectore, il vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta, ha preso carta e penna e ha scritto ai vertici del partito locale, chiedendo “un’accelerazione dell’attivazione delle primarie” e mettendo nero su bianco una scaletta che fissa la deadline al 15 gennaio: l’ipotesi (ottimistica) è che entro una decina di giorni avvenga la convocazione, cui far seguire un mese per la presentazione delle candidature, un altro mese per la raccolta delle sottoscrizioni e infine ulteriori trenta giorni per la campagna elettorale in cui i candidati avranno la possibilità di illustrare i rispettivi programmi. Un modo per allungare i tempi, scavallando le festività natalizie e sfruttando qualche giorno in più per mettere nel carniere le circa 7mila firme previste dal regolamento per gli esponenti dem che vogliono partecipare alla sfida (l’alternativa è raccogliere le sottoscrizioni tra gli iscritti o tra i componenti dell’assemblea, ma a quel punto servono intese tra i capataz, a oggi difficili da immaginare visto anche l’alto livello di conflittualità nel partito).
Resta sul tavolo la questione delle regole: se infatti sono ormai state stabilite le modalità di accesso alla competizione per gli iscritti al Pd (oltre a Lavolta tutti gli occhi sono puntati sul capogruppo dem in Consiglio comunale Stefano Lo Russo), dovrà essere definito con gli alleati il numero di firme necessarie per i civici o eventuali candidati di altri partiti. In ultimo, Lavolta suggerisce ai segretari del Pd di predisporre un piano B, qualora i contagi dovessero aumentare in modo esponenziale impedendo lo svolgimento delle primarie “in presenza”, attraverso consultazioni on line. Magari sulla piattaforma Rousseau appena liquidata dai grillini.