TRAVAGLI DEMOCRATICI

Primarie con il Covid, la paura contagia il Pd

Le consultazioni del centrosinistra per il sindaco di Torino traballano. Mercoledì il tavolo di coalizione. Lettera di Lavolta ai segretari Furia e Carretta con l'invito ad "accelerare"

La seconda ondata del Covid, che tra qualche settimana potrebbe raggiungere il picco, e l’inerzia di quei maggiorenti che vogliono circoscrivere la pratica ai tavoli nazionali, evitando la roulette russa di una conta interna, mettono a rischio le primarie torinesi del centrosinistra. Mai come in questo caso le criticità tecniche s’intrecciano con desistenze politihe e il maledetto virus potrebbe trasformarsi nel principale alleato di quanti, al Nazareno ma non solo, preferirebbero arrivare a una decisione seguendo i canoni tradizionali delle trattative tra i partner della coalizione e, per i più arditi, negoziando la decisione con l’attuale alleato di governo, il Movimento 5 stelle.

È innegabile: allestire gazebo in città, quando il termometro è sottozero e con la pandemia che galoppa sarà impresa titanica, il rischio di strumentalizzazioni dal fronte (o dai fronti) avversi è reale. Ma allora che fare? Con la direzione regionale di una settimana fa e l’approvazione del regolamento l’iter è partito. Mercoledì il segretario subalpino Mimmo Carretta incontrerà gli altri partiti della coalizione per individuare tempi e modalità di indizione delle consultazioni. Intanto uno dei concorrenti in pectore, il vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta, ha preso carta e penna e ha scritto ai vertici del partito locale, chiedendo “un’accelerazione dell’attivazione delle primarie” e mettendo nero su bianco una scaletta che fissa la deadline al 15 gennaio: l’ipotesi (ottimistica) è che entro una decina di giorni avvenga la convocazione, cui far seguire un mese per la presentazione delle candidature, un altro mese per la raccolta delle sottoscrizioni e infine ulteriori trenta giorni per la campagna elettorale in cui i candidati avranno la possibilità di illustrare i rispettivi programmi. Un modo per allungare i tempi, scavallando le festività natalizie e sfruttando qualche giorno in più per mettere nel carniere le circa 7mila firme previste dal regolamento per gli esponenti dem che vogliono partecipare alla sfida (l’alternativa è raccogliere le sottoscrizioni tra gli iscritti o tra i componenti dell’assemblea, ma a quel punto servono intese tra i capataz, a oggi difficili da immaginare visto anche l’alto livello di conflittualità nel partito).

Resta sul tavolo la questione delle regole: se infatti sono ormai state stabilite le modalità di accesso alla competizione per gli iscritti al Pd (oltre a Lavolta tutti gli occhi sono puntati sul capogruppo dem in Consiglio comunale Stefano Lo Russo), dovrà essere definito con gli alleati il numero di firme necessarie per i civici o eventuali candidati di altri partiti. In ultimo, Lavolta suggerisce ai segretari del Pd di predisporre un piano B, qualora i contagi dovessero aumentare in modo esponenziale impedendo lo svolgimento delle primarie “in presenza”, attraverso consultazioni on line. Magari sulla piattaforma Rousseau appena liquidata dai grillini.