QUESTIONE PERSONALE

Sciopero del panino contro la Regione

Prosegue il braccio di ferro tra l'amministrazione Cirio e i sindacati dei dipendenti. L'ultima provocazione del Csa: "Se vi fanno tornare in ufficio, portatevi il baracchino da casa". Per l'assessore Gabusi un atteggiamento "assurdo e surreale"

Prosegue il braccio di ferro tra la Regione Piemonte e i sindacati del personale, dopo la decisione di far rientrare buona parte dei dipendenti in ufficio riducendo i giorni di smart working. Un provvedimento che vede coinvolti un centinaio di direttori e dirigenti e novecento impiegati con responsabilità di posizione organizzativa. Il provvedimento è stato contestato dai rappresentanti dei lavoratori che parlano di un progressivo deterioramento delle relazioni sindacali e soprattutto criticano il mancato coinvolgimento su una decisione che non li trova d’accordo. L’ultima provocazione è dell’organizzazione autonoma Csa che sta invitando i dipendenti a portarsi il cibo da casa, quando rientreranno al lavoro, così da smascherare il “vero motivo per cui la Regione mette a rischio la salute dei suoi dipendenti, facendoli tornare in ufficio – dice Luigi Serra, del Csa – è cioè di sostenere bar e ristoranti del centro storico, in barba ai principi di efficacia ed efficienza sanciti dal ministero”.

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Siamo allo sciopero “del panino” che l’assessore al Personale Marco Gabusi definisce “assurdo e surreale che non porta alcun vantaggio né per i dipendenti, né per gli esercenti, già in grave difficoltà. Mentre riteniamo uno schiaffo morale, proprio in questo periodo in cui molte partite iva stanno faticando ad incassare pochi euro al giorno, la critica alla decisione di non erogare il ticket restaurant a chi è in smart working”, altra questione su cui si è consumata la rottura.

Altro tema di discussione riguarda la valorizzazione delle risorse interne. “Leggiamo sui canali di informazione – aggiunge l’assessore – che la Regione, secondo i sindacati, non sta valorizzando le risorse interne. In realtà è proprio il contrario: basti pensare che, per la prima volta, nove direttori su dieci sono stati scelti internamente fra i dirigenti di ruolo, proprio per dare valore al capitale umano” della Regione.

Gabusi torna sulla decisione di far rientrare i dipendenti regionali al lavoro in presenza: “Ci teniamo a sottolineare che tutta la nostra società è ripartita con le attività in presenza dopo il lockdown, inclusa la scuola. Non c’è perciò motivo per non far ripartire appieno gli uffici, ponendo naturalmente la massima attenzione alla loro sicurezza”.  Infine, secondo l’assessore “c’è anche un aspetto di carattere sociale nella decisione di iniziare a ridurre lo smart working per i dipendenti regionali. Crediamo, infatti, in un modello di società dove la relazione sociale e il rapporto interpersonale sono fondamentali per lo sviluppo sia dei progetti a lungo termine sia delle attività quotidiane. Non ci vergogniamo inoltre a ribadire che il ritorno dei dipendenti in ufficio ha anche un’importante ricaduta economica sull’indotto, come bar, ristoranti e negozi; settori che da mesi segnalano a gran voce le difficoltà collegate al lavoro agile, che ha azzerato in tanti casi la clientela abituale.