VERSO IL 2021

Salvini "convoca" Damilano

Il leader della Lega prova a convincere l'imprenditore ad accettare la candidatura a sindaco di Torino. In caso di (probabile) forfait al momento il centrodestra non ha un piano B. Anche la Mattioli si è sfilata dalla competizione. La designazione passa a Fratelli d'Italia?

L’ultima carta la giocherà Matteo Salvini, ma la partita per avere Paolo Damilano candidato a sindaco di Torino per il centrodestra sembra molto vicina ad essere persa. Il leader della Lega incontrerà uno dei prossimi giorni l’imprenditore che all’entusiasmo iniziale ha fatto seguire una crescente freddezza all’idea di scendere sul terreno per combattere quella che, parlando con persone a lui vicine, avrebbe definito come una battaglia impari.

Cercherà, il Capitano, di convincere l’uomo che esporta Barolo negli States e dà nuova vita a locali storici torinesi, che è lui la figura giusta per portare la prima volta nella storia il centrodestra a governare la città. Un’impresa, quella di Salvini, che molti nel suo stesso partito, senza affatto stracciarsi le vesti, definiscono quasi impossibile. E non certo per la mancanza di argomenti del “capo”, quanto per quella che ai più pare una decisione già presa da Damilano. Per la Lega resta la prima (e unica) scelta, ma anche senza attendere l’esito del sondaggio da lui commissionato ad Alessandra Ghisleri, l’imprenditore e presidente di Film Commission sembra aver rivisto sotto un’altra luce lo scenario di una competizione elettorale che all’inizio lo aveva entusiasmato.

Molti i contatti avuti con gli esponenti di rilievo della coalizione, ma anche con quegli stakeholder cittadini dai quali forse si sarebbe atteso rassicurazioni circa una vittoria che oggi nessuno può dargli. Il divario tra centrodestra e centrosinistra sotto a Mole resta importante. È noto a tutti e anche l’esito del voto regionale lo ha attestato. Proprio per cercare di eliminare questo divario e superare l’avversario, nel centrodestra e nella Lega in particolare si è imboccata la via della candidatura civica, peraltro indicata da Salvini anche per tutte le altre grandi città che andranno al voto.

La figura di Damilano, assai gradita e sostenuta dallo stesso Giancarlo Giorgetti, sembrava aver risolto il problema, sia pure con decisi segnali di perplessità inviati dai massimi vertici di Fratelli d’Italia. In verità l’imprenditore non ha mai detto formalmente di sì, prendendosi tempo per riflettere. Un tempo che per il partito di Salvini ormai è agli sgoccioli o, addirittura, scaduto. Negli ultimi giorni l’insofferenza della Lega e il crescente quanto non ingiustificato timore di vedersi declinare l’offerta da parte dell’uomo individuato per la corsa verso Palazzo di Città, sono andati palesandosi sempre più. Altri incontri non hanno portato allo scioglimento della riserva, piuttosto a consolidare la sensazione di doversi preparare ad archiviare il dossier Damilano e aprirne in fretta un altro.

Se l’imprenditore del vino e delle acque minerali deciderà di non scendere in campo, a farlo non sarà comunque chi dell’associazione degli imprenditori è stata vicepresidente.

Licia Mattioli, già numero due di Vincenzo Boccia al vertice di Confindustria, pur corteggiata da tempo dal centrodestra, ha fatto sapere di non essere disponibile. Anche questo è uno dei fattori che spingono Salvini a tentare si convincere Damilano a sciogliere con un sì la sua riserva. Ci proverà con un faccia a faccia che dovrà essere risolutivo. Dopo l’incontro con Giorgia Meloni e Antonio Tajani, nei giorni scorsi era stato proprio il leader della Lega a spiegare che le candidature per le grandi città dovranno essere definite entro l’autunno. Nella prossima riunione del tavolo nazionale del centrodestra, prevista a breve, i tre partiti dovranno avere davanti già i nomi dei potenziali candidati. Pur non essendo Torino tra le città su cui la discussione tra alleati potrebbe farsi più complicata, se il presidente della Film Commission dovesse dire no a Salvini, per la Lega sotto la Mole sarebbe tutto un altro film. Si dovrà girare in fretta e il problema sarà trovare il protagonista giusto.   

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