TORINO 2021

Appendino getta la spugna:
"Non mi ricandido"

La decisione era nell'aria da tempo. Ancor di più dopo la condanna sul caso Ream. Epilogo di un fallimento politico con qualche (modesto) risultato amministrativo. Ora tutti gli scenari sono possibili, dall'intesa giallorossa a una corsa solitaria del M5s - VIDEO

Chiara Appendino non si candiderà per un secondo mandato a sindaco di Torino. La decisione, nell’aria da tempo, è stata comunicata ai consiglieri di maggioranza a Palazzo Civico e resa ufficiale in una conferenza stampa convocata alle 15,30 di oggi, martedì 13 ottobre. Un incontro anticipato da un messaggio video registrato nei giorni scorsi in cui accusa indirettamente chi l’ha preceduta per averle consegnato una città indebitata e insostenibile sul piano ambientale, e alla fine annuncia che deve passare la mano in virtù della sentenza del 21 settembre, che l’ha condannata a sei mesi per falso ideologico, per una vicenda relativa ad accantonamenti messi a bilancio, operazione grazie a cui nel 2016 si arrivò a un sofferto pareggio. A seguito di tale sentenza si era autosospesa dal Movimento 5 stelle, ma è chiaro che a pesare sulla decisione non è solo la questione giudiziaria. Anzi, per certi versi è il pretesto che le serve per giustificare la rinuncia al secondo mandato.

“Rifarei tutto”, ribadisce parlando con la stampa, sola. La sua giunta non c’è, fatto salvo l’assessore al Bilancio Sergio Rolando, anche lui condannato a otto mesi per il processo Ream. Manca quasi tutto il gruppo consiliare, che da due anni la tiene sulla corda avendo la maggioranza numeri sempre più risicati. “Questa è una scelta dolorosa”, ammette Appendino, che parla di passo di lato, promettendo che il suo impegno politico non si esaurirà tra otto mesi. Della sua non ricandidatura ha informato Vito Crimi, Davide Casaleggio e Beppe Grillo, e a chi le fa notare che anche se si fosse ricandidata, difficilmente avrebbe ripetuto l’exploit del 2016 quando raccolse oltre 200 mila preferenze nel ballottaggio contro Piero Fassino, risponde secca: “Non abbiamo mai governato in ragione del consenso”.

A questo punto all'interno del Movimento 5 stelle si apre la competizione a chi dovrà ricevere il suo testimone, fermo restando che, almeno al primo turno, pare ampiamente improbabile una convergenza con il Partito democratico che intanto sta organizzando le primarie del centrosinistra. Il favorito pare essere l'attuale assessore all'Ambiente Alberto Unia, nel quale si coniugano una ormai lunga militanza ma anche quell'esperienza amministrativa accumulata in questi anni in giunta. Tra gli altri nomi che circolano quello dell'attuale capogruppo Valentina Sganga e dell'assessore all'Urbanistica Antonino Iaria.

“Non so quante probabilità ci siano per trovare un accordo. Adesso però si parli di temi che interessano alla città”, ha risposto Appendino a chi le chiedeva della possibilità di un accordo Pd-M5s per le amministrative del 2021. Un tema che la sindaca uscente non esclude affatto pur giudicandolo “prematuro” e auspicando che ora “il dibattito non sia sulle persone ma sui temi”.

Opposizioni al fiele: "Chiara come Schettino"

Per Appendino, invece, potrebbe iniziare un nuovo capitolo della sua esperienza politica. Nei giorni scorsi il reggente del M5s Vito Crimi aveva definito "surreale" la sua condanna sul caso Ream, affermando che la sindaca aveva "le carte in regola per guidare il Movimento 5 stelle". Che la sua rinuncia a un secondo mandato dipenda proprio da questa prospettiva? A novembre ci saranno gli Stati Generali del partito, ma certamente già nelle prossime ore se ne saprà di più.

“Le scelte personali non si discutono si accettano. La questione morale ormai è cosa rara in questa politica farlocca. Chiara è stata e sarà ancora nei prossimi mesi un’ottima Sindaca” scrive uno dei suoi fedelissimi, l’ex presidente della Sala Rossa Fabio Versaci. La capogruppo Sganga parla invece di una "scelta di coerenza".