POLITICA & GIUSTIZIA

Cimiteri, chiesta l'archiviazione per Lo Russo e altri ex assessori di Fassino

Per la Procura fu regolare la procedura che portò nelle casse del Comune di Torino un extra-canone di un milione da parte della controllata Afc. Indagati l'attuale capogruppo Pd in Sala Rossa, Passoni e Tedesco: tutti e tre erano accusati di falso

La Procura di Torino ha chiesto l’archiviazione per i tre ex assessori della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Piero Fassino: Stefano Lo Russo, che aveva deleghe ai Cimiteri, Gianguido Passoni, al Bilancio e Giuliana Tedesco, alle Partecipate, indagati per falso ideologico in atto pubblico. Secondo la procura non si evidenzia l’aspetto soggettivo del dolo. I fatti che vedevano coinvolti gli assessori erano relativi all'inchiesta su Afc, la società controllata interamente dal Comune di Torino che si occupa dei servizi cimiteriali. Un’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Laura Longo, secondo cui i tre assessori avrebbero fatto passare nel 2015 da Afc alle casse del Comune un milione di euro in più rispetto al canone, giustificando quella cifra come ricavo della vendita dei nuovi loculi. In realtà ne fu venduto solo uno. La linea della difesa invece era quella che si era trattato di una procedura regolare.

I tre avevano ricevuto un anno fa gli avvisi di garanzia, con l'accusa di falso, e fin dall'inizio si erano dichiarati sereni riguardo la regolarità della procedura messa in atto.

I fatti risalgono al 2015. Il 20 aprile il Consiglio comunale di Torino approva il conferimento in concessione ad Afc di 39 tombe di famiglia e 516 cellette per le ceneri. Qualche mese dopo, il 6 luglio, Passoni era alle prese con il bilancio di previsione e telefona all’amministratore delegato di Afc Gabriele Cavigioli – appena nominato dopo il terremoto giudiziario che aveva decapitato i vertici dell’azienda – e chiede un extracanone di un milione di euro in virtù del conferimento di aprile. Si tratta di un'una tantum, che fa lievitare l’importo da 1,4 milioni a 2,4, e Cavigioli acconsente. Il giorno dopo scrive una lettera indirizzata a Passoni (Bilancio), Lo Russo (Servizi cimiteriali) e Tedesco (Partecipate), oltreché a Carla Villari, allora direttore del settore Partecipate, per confermare la disponibilità a riconoscere l’extracanone a Palazzo Civico, evidenziando tuttavia i rischi dell’operazione, soprattutto sulla realizzazione del piano d’investimenti. L'operazione va a buon fine anche se provoca tensioni tra i tre assessori: nessuno ritiene irregolare la procedura, ma secondo Lo Russo e Tedesco l'operazione doveva essere concordata e non frutto di un'iniziativa autonoma di Passoni. C’era un tema squisitamente politico, anzi strategico, giacché per recuperare quel milioncino Passoni, secondo Lo Russo, rischiava di frenare gli investimenti nei cimiteri comunali.

Intanto, il 9 luglio il bilancio viene adottato in giunta e il 30 luglio arriva anche il semaforo verde della Sala Rossa. Contestualmente Afc inizia a mettere in vendita celle e locumi. Arriviamo così al 15 dicembre, quando, in conformità con la norma secondo cui ogni anno la giunta deve determinare il canone per l’anno successivo, viene approvata la delibera che riporta a 1,4 milioni il canone per il 2016. Cosa manca ancora? La delibera che definisce il canone 2015, così come modificato a bilancio e quantificato in 2,4 milioni, con tanto di milione extra. La data è del 29 dicembre: sul provvedimento le firme di Tedesco e Lo Russo. Intanto, però, Afc ha venduto ben poco e incassato 69mila euro dalla vendita di un unico loculo. Un esito in parte atteso, ma che secondo i giudici rappresenterebbe l’indizio di quanto loro sospettano: e cioè che l’operazione, pur andando contro gli interessi della società partecipata, sia stata ispirata esclusivamente dalla necessità di far quadrare i conti del Comune. Di qui il presunto falso. Oggi la Procura ha chiesto l'archiviazione del procedimento.

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