VERSO IL 2021

Castellani benedice Lo Russo, "Saracco? È un fantasma"

Il capogruppo Pd in Sala Rossa annuncia la candidatura alle primarie del centrosinistra per Torino. Presente anche l'ex sindaco che lancia una frecciata al rettore del Politecnico: "Decida cosa vuole fare". Una piattaforma programmatica per il futuro della città

C’è un padrone di casa, un invitato e un convitato di pietra. E come spesso accade, quest’ultimo – assente – riceve le attenzioni degli altri due. La conferenza stampa, convocata a Palazzo Civico, è per annunciare la discesa in campo del capogruppo Pd Stefano Lo Russo alle primarie per il sindaco di Torino, ma l'oggetto della discussione, neanche a dirlo, diventa il rettore del Politecnico Guido Saracco, candidato in pectore ormai da prima dell’estate. A lanciargli le prime frecciatine ci pensa proprio Lo Russo, che del Poli è professore ordinario, ma che nel palazzo comunale è di casa: “È una persona seria, lo abbiamo votato rettore meno di due anni fa, non credo che rinunci a un programma ambizioso per buttarsi in un’altra sfida”; e qualora lo facesse “non ce lo vedo a trascinare il Politecnico di Torino in una competizione elettorale”. Il messaggio è chiaro: se vuole cimentarsi con una campagna politica, prima si dimetta dal suo incarico in corso Duca degli Abruzzi. Questione che, pur con tutta la deferenza del caso, qualcuno ha già sollevato nel prestigioso ateneo subalpino.

Tra i presenti nella sala riunioni dei gruppi di minoranza, a due passi dalla Sala Rossa in cui per cinque anni Lo Russo ha duellato con Chiara Appendino, c’è anche l’ex sindaco Valentino Castellani, l'invitato di Lo Russo, che qualcuno voleva “garante” del rassemblement civico che in maggioranza sarebbe orientato proprio a sostenere il rettore. Lui, Castellani, Saracco lo definisce, invece, “un fantasma che sarebbe bene si materializzasse”. “È una persona di valore – prosegue – ma è ora di sciogliere questa ambiguità”. Se non un endorsement per Lo Russo, certamente un assist, un gioco di sponda, dettato dalla “stima per la persona” e “apprezzamento per il metodo che mette al centro programmi e contenuti”.  

E a proposito di contenuti, il numero uno della pattuglia dem in Consiglio presenta un opuscolo con una “visione” per Torino 2031. Non un programma elettorale, ma un “contributo” fatto di suggestioni e piani d’intervento che ruotano attorno a sei priorità: Salute, Lavoro e sviluppo, Sicurezza, Lotta alle diseguaglianze, Cultura e turismo, Ambiente e spazio urbano. Tre i “grandi nodi da sciogliere”: la promozione di progetti in grado di attrarre risorse economiche, anche private; la rivendicazione del ruolo del Comune come traino a processi anche laddove non ci sia una competenza diretta; e una riorganizzazione della macchina amministrativa, che è la prima azienda della città per numero di dipendenti.

Da qui parte la sfida di Lo Russo, in attesa che anche altri si facciano avanti. 

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