DISCORDIA ISTITUZIONALE

Cirio: "Buonsenso, no al coprifuoco"

Occorrono misure per contenere gli assembramenti fuori dai locali e decongestionare il trasporto pubblico. Non vanno però penalizzati ulteriormente gli esercizi pubblici con altre riduzioni di orario. La posizione del Piemonte al confronto con il Governo

“Il Governo ascolti la nostra voce fatta di prudenza, ma anche di buonsenso”. Alberto Cirio sintetizza così, al termine del videocollegamento in cui si è discusso le prossime misure di contenimento. La posizione del Piemonte e delle Regioni. Tra le richieste del governatore, quella di “non penalizzare ulteriormente i locali con altre riduzioni di orario, mentre è fondamentale evitare gli assembramenti fuori dagli esercizi pubblici dopo la chiusura”.  Il punto di caduta che secondo i governatori deve trovare spazio nel nuovo Dpcm è la necessità di intervenire con misure mirate, lì dove sono emerse le criticità che insistono sui trasporti e quindi sulle scuole, ma questa esigenza non deve sfociare in provvedimenti troppo penalizzanti per negozi e attività economiche. In poche parole: niente coprifuoco generalizzati. La stretta alla movida – secondo Cirio e i suoi colleghi presidenti – può comportare l’anticipo degli orari di chiusura dei locali, ma solo dove il contagio è più elevato o dove c’è un più alto rischio di assembramento. Del resto, in tale direzione va l’ordinanza firmata ieri che consente l’apertura fino alle 24. Così come contrario è alla chiusura di estetisti e parrucchieri: si tratta di attività sicure, osservano fonti della Regione, se applicano le misure di sicurezza previste. Idem per le palestre: “Chiuderle è un azzardo, ci potrebbero essere ricadute pesantissime”, spiega un partecipante alla riunione che ha visto la presenza di ben quattro ministri, quello alla Salute Roberto Speranza, quello agli Affari regionali Francesco Boccia, la titolare della scuola Lucia Azzolina e quella ai Trasporti Paola De Micheli.

Sulla scuola, invece, “abbiamo chiesto al Governo di alleggerire il carico del trasporto locale attraverso il potenziamento della didattica a distanza, limitata però agli ultimi anni delle superiori”, rivela Cirio. “La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado”, ha sostenuto l’inquilina del dicastero di viale Trastevere. Il principio, però, contempla una deroga e anche qui l’ottica è quella di interventi mirati “territorio per territorio e d’intesa con dirigenti scolastici e famiglie”. Quindi la didattica a distanza si potrà implementare per gli studenti delle superiori, ma seguendo questo ragionamento.

Ora la parola passa al Comitato tecnico-scientifico per le valutazioni delle varie proposte emerse dalla riunione. Alla fine toccherà al premier Giuseppe Conte comunicare, nell’ennesima conferenza stampa serale, i contenuti del nuovo Dpcm.

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