"Siamo a un passo dal collasso"
16:14 Lunedì 19 Ottobre 2020L'allarme del sindacato Nursind: "Le assunzioni sono state fatte con il contagocce". Dove sono gli infermieri che avrebbero dovuto garantire l’apertura dei nuovi reparti Covid senza pregiudicare le altre prestazioni?
I contagi ormai hanno preso a correre, ma gli ospedali piemontesi sono “a un passo dal collasso”. La denuncia arriva dal sindacato degli infermieri Nursind secondo cui “le assunzioni sono fatte con il contagocce e la differenza del numero di personale infermieristico da prima dell’arrivo dell’emergenza ad oggi non è quella che avrebbe dovuto essere per farci trovare pronti”.
Per Giuseppe Summa, segretario del sindacato di Torino “le strigliate fatte da Icardi alle aziende nel 2019 sui conti in rosso purtroppo hanno avuto il loro effetto. Appena 55 gli infermieri in più assunti all’Asl Città di Torino, di cui solo 2 a tempo indeterminato. Al San Luigi di Orbassano erano 506 gli infermieri a tempo indeterminato alla fine dell’anno scorso e oggi sono 498. Al Mauriziano risultano 11 gli infermieri in più assunti a tempo indeterminato, ma sono 20 in meno rispetto al 2009 prima del piano di rientro. Alla To5 ci sono 12 infermieri in più a tempo indeterminato. Sono invece 45 gli infermieri in più all’Asl To3, assunti a tempo indeterminato, ma in realtà 38 di questi sono sostituzioni di contratti interinali. Appena un centinaio le assunzioni a tempo determinato nelle cinque aziende del Torinese. Numero insufficiente tenuto conto che in parte sopperiscono ai tagli degli anni precedenti, alle assenze dei lavoratori fragili e alle maternità che comunque continuano ad esistere”.
Nursind chiede anche “dove sono gli infermieri che dovevano occuparsi del territorio considerato che presto potremmo mandare a casa i malati meno gravi ? Dove sono le 1000 unità che dovrebbero occuparsi dei 300 posti letto in più di terapia intensiva e 200 di subintensiva? E che fine ha fatto l'infermiere di famiglia che oggi viene utilizzato impropriamente a supporto delle Usca? Solo a Torino servirebbero 160 unità. Dove sono gli infermieri che avrebbero dovuto garantire l’apertura dei nuovi reparti Covid senza pregiudicare le altre prestazioni sanitarie come accaduto in primavera?”.